Nel 2022 la disponibilità di acqua in Italia ha raggiunto il suo minimo storico
Nella Giornata mondiale della lotta alla desertificazione e alla siccità, istituita dalle Nazioni Unite e che cade oggi, i dati che arrivano dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) non sono confortanti.
Nonostante il netto miglioramento della situazione generale nel nord Italia e nel Bresciano grazie soprattutto alle piogge di maggio, l'Italia si trova a fare i conti con 2022 segnato da una grave crisi idrica. Per l'Ispra, che ha analizzato la situazione idrologica dal 1951 al 2022, un anno fa il nostro Paese ha infatti raggiunto il minimo storico di disponibilità di acqua. La zone più colpite si trovano in Sicilia, Sardegna e nel distretto del fiume Po. Nel 2022 il 20% del territorio nazionale ha versato in condizioni di siccità estrema e circa il 40% di siccità severa e moderata.
Altri dati sono contenuti nella risorsa idrica rinnovabile e disponibile di Greenpeace. Dal report si sottolinea come l’Italia abbia perso in un anno circa il 13% della sua risorsa idrica, pari a 19 miliardi di metri cubi di acqua.Un altro importante contributo per questa Giornata è stato dato dall'Agenzia Europea del clima, che ha provato a illustrare che cosa potrebbe succedere quest’estate dal punto di vista climatico, soprattutto dopo gli eventi estremi a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi come l'alluvione in Emilia Romagna o le intense precipitazioni alternate a forti ondate di calore. Un inverno secco e caldo come quello passato lascia in eredità ai mesi successivi poco terreno umido, scarsità di acqua nei fiumi e poca acqua nei bacini idrici. Questo potrebbe portare con ogni probabilità nel sud e nell’est dell’Europa un clima ancora più secco e caldo, con conseguenze pesanti sull’agricoltura, sugli ecosistemi e sulle persone.
A livello globale si è discusso di questi temi a margine della chiusura della conferenza sul cambiamento climatico a Bonn, incontro preparatorio alla Cop28 di Dubai. In quell'occasione si è parlato di finanza climatica per aiutare anche economicamente i Paesi a dare una svolta nella lotta al cambiamento climatico tenendo conto degli Accordi di Parigi, in cui si è stabilito di non sforare gli 1.5 gradi di innalzamento della temperatura. L’Unione Europea sta cercando di contrastare questo scenario con piani di preparazione al cambiamento climatico. Ma il cammino per arrivare a contrastare efficaciemente fenomeni come la siccità e la desertificazione è ancora lungo e tortuoso.
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