Il surriscaldamento minaccia il 50% delle foreste europee
Il «polmone verde» d'Europa è sempre più vulnerabile: colpa del riscaldamento globale, che minaccia oltre la metà delle foreste del continente con incendi, forti venti e la diffusione di insetti e parassiti dannosi. A quantificare e mappare queste fragilità, sulla base dei dati degli ultimi 40 anni, è uno studio condotto dal Joint Research Centre (Jrc) della Commissione europea a Ispra (Varese), in collaborazione con il Max-Planck Institute e le università di Firenze, Valencia ed Helsinki. I risultati, pubblicati sulla rivista Nature Communications, potranno contribuire a migliorare le strategie di salvaguardia dell'ambiente. Questo vale anche per l'Italia, che nello studio mostra il suo tallone d'Achille nelle foreste dell'arco alpino.
«C'è però un ampio margine di miglioramento - spiega Giovanni Forzieri, ingegnere ambientale del Jrc -, perché i dati dimostrano che la vulnerabilità dipende fortemente da parametri strutturali, come altezza, età delle foreste e grado di copertura fogliare, su cui è possibile intervenire con appropriate strategie di adattamento».
In Europa le foreste occupano un'area di oltre due milioni di chilometri quadrati, pari al 33% della superficie del continente. Incapaci di reagire ai cambiamenti più repentini, per la lentezza che caratterizza la crescita degli alberi, le foreste ora più che mai risentono del riscaldamento globale, che amplifica minacce naturali da sempre presenti come gli incendi, i forti venti in grado di sradicare le piante e la diffusione di insetti e parassiti pericolosi. I ricercatori hanno provato a ricostruire l'evoluzione di queste vulnerabilità nel corso degli ultimi 40 anni: lo hanno fatto grazie a dei sistemi di apprendimento automatico, con cui hanno integrato i dati satellitari con quelli relativi al clima e ai fattori perturbanti che hanno colpito le foreste dell'Europa (incluse quelle di Turchia e Russia europea) tra il 1979 e il 2018.
I risultati indicano che almeno il 60% della biomassa delle foreste europee (oltre 33 miliardi di tonnellate) è a rischio. La suscettibilità ai forti venti è più accentuata in Norvegia, nella parte settentrionale delle isole britanniche, in Portogallo e nell'Europa meridionale, soprattutto nelle zone montuose (Alpi, Caucaso, Carpazi) dove la vulnerabilità (cioè la percentuale di biomassa che potrebbe essere persa) raggiunge il 40%. Gli incendi sono una minaccia soprattutto per Svezia, Finlandia, Russia europea, Turchia e parte meridionale della penisola iberica, ma sono sempre più presenti anche in Italia. La suscettibilità agli attacchi degli insetti è complessivamente cresciuta dal 2000 a oggi, addirittura del 2% per decennio nelle foreste del nord (in alcune aree della Scandinavia e della Russia), dove l'aumento delle temperature è più veloce.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato