Ambiente

Climate Change, il rapporto Onu ci dice che non c'è più tempo

I più importanti indicatori delle componenti del sistema climatico stanno cambiando a una velocità mai osservata negli ultimi secoli e millenni
Le attività dell'uomo impattano sul cambiamento climatico
Le attività dell'uomo impattano sul cambiamento climatico
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Nel 2019, le concentrazioni atmosferiche di Co2 erano le più alte degli ultimi 2 milioni di anni e quelle dei principali gas serra (metano e biossido di azoto) le più elevate degli ultimi 800mila; negli ultimi 50 anni la temperatura della Terra è cresciuta a una velocità che non ha uguali negli ultimi 2.000 anni; l'aumento medio del livello del mare è cresciuto a una velocità mai vista negli ultimi 3000 anni.

Sono alcune delle indicazioni contenute nella prima delle tre parti, diffusa oggi, del Sesto rapporto dell'Ipcc (il gruppo di scienziati esperti in cambiamento climatico) approvato dai 195 governi dell'Onu. 

L'aumento della Co2, l'anidride carbonica

Tutti i più importanti indicatori delle componenti del sistema climatico (atmosfera, oceani, ghiacci) stanno cambiando a una velocità mai osservata negli ultimi secoli e millenni, affermano gli scienziati - tra i quali tre ricercatori italiani dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche - ricordando che le emissioni antropiche hanno raggiunto nel 2019 concentrazioni di 410 parti per milione per la Co2 e 1.866 parti per miliardo per il metano.

La temperatura media globale del pianeta nel decennio 2011-2020 è stata di 1,09 gradi centigradi superiore a quella del periodo 1850-1900, con un riscaldamento più accentuato sulle terre emerse rispetto all'oceano.

La parte preponderante del riscaldamento climatico è causata dalle emissioni di gas serra derivate dalle attività umane, ribadisce il Working group I che valuta le nuove conoscenze scientifiche emerse rispetto al rapporto precedente del 2014. Nei prossimi decenni, dicono gli esperti, un aumento dei cambiamenti climatici è atteso in tutte le regioni. Per le città, alcuni aspetti dei cambiamenti climatici possono risultare amplificati. Tra questi, le ondate di calore, le inondazioni dovute a forti precipitazioni e l'aumento del livello del mare nelle città costiere.

Gli oceani

Il continuo aumento del livello del mare è uno dei fenomeni dei cambiamenti climatici già in atto, «irreversibili in centinaia o migliaia di anni» affermano gli scienziati dell'Ipcc nella prima delle tre parti del Sesto Rapporto di Valutazione, che sarà completato nel 2022. Gli esperti rilevano che il climate change riguarda ogni area della Terra e tutto il sistema climatico. Tuttavia, avvertono, forti e costanti riduzioni di emissioni di Co2 e di altri gas serra limiterebbero i cambiamenti climatici.

Per le aree costiere ci si attende un continuo aumento del livello del mare per tutto il XXI secolo che potrebbe portare a inondazioni più frequenti e gravi e all'erosione delle coste. Eventi estremi riferiti al livello del mare che prima si verificavano una volta ogni 100 anni, entro la fine di questo secolo potrebbero verificarsi ogni anno, avvertono gli scienziati.

Il rapporto parla di un riscaldamento che procede molto velocemente e fornisce nuove stime sulle possibilità di superare il livello di global warming di 1,5 gradi centigradi nei prossimi decenni. A meno che non ci siano riduzioni immediate, rapide e su larga scala delle emissioni di gas serra, limitare il riscaldamento a circa 1,5 o addirittura 2 gradi centigradi sarà un obiettivo fuori da ogni portata.

Lo studio mostra che le emissioni di gas serra provenienti dalle attività umane sono responsabili di circa 1,1 gradi di riscaldamento rispetto al periodo 1850-1900. Mediamente, nei prossimi 20 anni, la temperatura globale dovrebbe raggiungere o superare 1,5 gradi di riscaldamento. «Questo rapporto è un riscontro oggettivo», ha detto la copresidente del Gruppo di Lavoro I dell'Ipcc, Valérie Masson-Delmotte. «Ora abbiamo un quadro molto più chiaro del clima passato, presente e futuro, che è essenziale per capire dove siamo diretti, cosa si può fare e come ci possiamo preparare».

Con 1,5 di riscaldamento globale, ci si attende un incremento del numero di ondate di calore, stagioni calde più lunghe e stagioni fredde più brevi. Con un riscaldamento globale di 2 gradi, gli estremi di calore raggiungerebbero più spesso soglie di tolleranza critiche per l'agricoltura e la salute. 

Gli effetti delle attività umane

Il rapporto dell'Ipcc mostra anche che le attività umane hanno ancora il potenziale per determinare il corso del clima futuro. È chiara l'evidenza scientifica, dice l'Ipcc, che mostra che l'anidride carbonica (Co2) è il principale motore dei cambiamenti climatici, anche se altri gas serra e inquinanti atmosferici contribuiscono a influenzare il clima. La riduzione delle emissioni di Co2 porterà effetti positivi sulla qualità dell'aria, osservabili su una scala temporale di alcuni anni. Diversamente, gli effetti sulla temperatura del pianeta saranno visibili solo dopo molti decenni. Da qui l'estrema urgenza di interventi tempestivi e sostanziali per la riduzione delle emissioni clima-alteranti.

In questo Rapporto vengono simulati cinque possibili scenari con il relativo clima del futuro che descrivono contesti in cui non vi è alcuna sostanziale mitigazione rispetto alle emissioni di Co2, un contesto intermedio, con mitigazione modesta e contesti che descrivono scenari a basso contenuto di Co2 con emissioni nulle raggiunte nella seconda metà del XXI secolo.

È atteso che la temperatura superficiale globale continuerà ad aumentare almeno fino alla metà del secolo in tutti gli scenari di emissioni considerati. I livelli di riscaldamento globale di 1,5 e 2 gradi al di sopra dei livelli pre-industriali saranno superati entro la fine del XXI secolo a meno che nei prossimi decenni non si verifichino profonde riduzioni delle emissioni di Co2 e di altri gas serra.

Nello scenario con le emissioni di Co2 valutate più basse, cioè con una diminuzione delle emissioni globali di gas serra dal 2020 in poi e il raggiungimento di emissioni nette di Co2 pari a zero negli anni 2050, il riscaldamento globale durante il XXIsecolo è estremamente probabile che possa rimanere al di sotto dei 2 gradi.

Negli scenari con elevate emissioni di Co2, si prevede che la capacità di assorbimento del carbonio da parte degli oceani e degli ecosistemi terrestri diventerà meno efficace nel rallentare il tasso di crescita della Co2 atmosferica. Molte delle variazioni già osservate nel sistema climatico, fra cui aumento della frequenza e dell'intensità degli estremi di temperatura, ondate di calore, forti precipitazioni, siccità, perdita di ghiaccio marino artico, manto nevoso e permafrost, diventeranno più intense al crescere del riscaldamento globale.

Si può affermare che ogni mezzo grado di riscaldamento globale provoca un aumento chiaramente percepibile della frequenza e della durata di estremi di temperatura (ondate di calore), dell'intensità delle precipitazioni intense e della siccità in alcune regioni del pianeta. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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