Debutta il metodo Kallas: Ue sia incisiva sugli esteri
BRUXELLES - Kaja Kallas non si rassegna a veder l'Unione Europea relegata al ruolo di nano politico nell'arena internazionale e al debutto sulla scena, in occasione del primo Consiglio Affari Esteri (Cae) sotto la sua giurisdizione propone ai 27 una sorta di reset, con una serie di idee per far sì che le riunioni siano davvero incisive. "Il Cae - ha scritto Kallas agli Stati membri in una lettera vista dall'ANSA - deve essere, innanzitutto, un luogo di decisione". "Mi avete detto di volere che le cose cambino e che il Consiglio sia un organo più dinamico: vi ho ascoltato e sono d'accordo", chiosa. Ma in cosa consiste il metodo-Kallas? Alla base della rivoluzione c'è la volontà di pensionare la lunga teoria d'interventi freddi dei 27 ministri, in cui essenzialmente ognuno legge le sue dichiarazioni e morta lì. Tant'è vero che spesso, terminato il compitino, i ministri fanno altro, incontrando lo stampa o intavolando bilaterali. Ecco, tutto questo dovrebbe finire. "All'inizio delle nostre riunioni del Consiglio - suggerisce Kallas - vi aggiornerò brevemente e inquadrerò la discussione che seguirà; vi inviterò poi a fare brevi interventi sul tema delle decisioni che dobbiamo prendere per consentire un dibattito dinamico e interattivo". Un approccio mirato, insomma. "Per avere discussioni più franche e aperte, propongo che alcune discussioni si svolgano in formato per soli ministri", si legge ancora in una sezione della lettera intitolata "metodo di lavoro". Il che significa ridurre il più possibile le fughe di notizie, così da poter affrontare tematiche sensibili. Infatti, al punto successivo, Kallas introduce un'altra necessità. "Intendo anche invitare, quando necessario, l'Unità di analisi dell'intelligence del Servizio Europeo per l'Azione Esterna a informarci sul quadro delle minacce in un formato ristretto; al termine delle nostre discussioni, voglio concludere brevemente con indicazioni sul lavoro di follow-up e proporre messaggi per la nostra comunicazione pubblica". Ed è il primo step. Kallas, primo ex premier a ricoprire la carica di Alto rappresentante, sa che le vere decisioni sono prese dai leader al vertice Ue. E dunque vuole stabilire un legame operativo tra i due organi. "Utilizzerò le nostre considerazioni strategiche e le conclusioni operative delle riunioni del Consiglio Affari Esteri per informare i Capi di Stato e di Governo in seno al Consiglio Europeo", assicura. Perché i ministri degli Esteri di norma al vertice Ue non vanno, l'alto rappresentante invece sì. "Avremo - conclude - l'opportunità di discutere questi metodi di lavoro durante il nostro scambio informale, in forma ristretta, all'inizio del prossimo Consiglio Affari Esteri". I 27 si esprimeranno oggi allora sul metodo-Kallas e decideranno se accogliere la proposta. "Noi la sosteniamo", dichiara un alto diplomatico di uno Stato membro. "Se riusciremo davvero a tagliare le lunghe dichiarazioni avremo già ottenuto tanto: molti vogliono questo approccio ma funzionerà solo se i ministri saranno d'accordo", assicura. "Ci troviamo di fronte a sfide sempre più complesse, con altre potenze che lavorano insieme contro i nostri interessi e valori: la nostra risposta deve essere decisa e completa per soddisfare le nostre esigenze di sicurezza e prosperità", sintetizza Kallas nella missiva. "In questo contesto è necessario adattare i nostri strumenti, i nostri bilanci e i nostri modi di lavorare". E si sa, chi ben comincia.
"La Russia e l'Iran non dovrebbero avere un ruolo nel futuro della Siria". Lo ha detto l'alto rappresentante Ue Kaja Kallas al termine del Consiglio Esteri. Kallas ha poi dichiarato che "diversi ministri" hanno sostenuto la posizione dell'Olanda, ovvero di legare la rimozione delle sanzioni alla Siria alla revoca dei permessi alle basi russe nel Paese. "La questione solleva preoccupazione perché Mosca usa la Siria per condurre le operazioni in Africa e noi solleveremo il tema con la nuova leadership siriana", ha aggiunto precisando che lo stesso tema è stato discusso con i partner arabi al vertice in Giordania "perché è anche di loro interesse, non vogliono avere influenze russe nell'area e su questo possiamo cooperare". Per quanto riguarda i rapporti da tenere con l'Hts, i 27 hanno concordato che al momento il grado di impegno deve essere di "rango basso" quindi al livello di incaricato d'affari, che tornerà ad essere presente a Damasco. "Poi vediamo, giudicheremo l'Hts non dalle parole ma dai fatti nei prossimi mesi, con i criteri concordati tra di noi e con i partner dell'area, ovvero l'inclusività, il rispetto per le minoranze e i diritti delle donne".
Kallas commenta inoltre l'imposizione di sanzioni ai danni di compagnie e individui cinesi dicendo che "Il nostro messaggio è chiaro: non si può alimentare la guerra in Europa e non affrontare le conseguenze. Su questo dobbiamo essere chiari, non dobbiamo ripetere gli errori fatti con la Russia: serve forza e unità".
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