Qui Europa

Roberta Metsola rieletta presidente del Parlamento europeo

La redazione Ansa
Sarà alla guida dell'Eurocamera per i prossimi due anni e mezzo
Roberta Metsola rieletta presidente del Parlamento europeo
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BRUXELLES - "Il centro può reggere e io posso essere il cuore di una maggioranza europeista". La nuova sfida di Roberta Metsola prende il via con la forza dei numeri. La presidente del Parlamento europeo è entrata nel Guinness dei primati della storia europea. È stata infatti riconfermata alla guida dell'emiciclo di Strasburgo con 562 voti su 699 votanti.

Il 90,2% delle schede valide sono andate all'esponente maltese del Ppe. Nessuno, prima di lei, aveva incassato risultati simili. Il solo ad avvicinarsi, con 555 voti, è stato Jerzi Buzek nel 2009. La capacità di creare larghe intese d'altronde è stata finora il biglietto da visita di Metsola. "Oggi sono posizionata al cuore di una maggioranza europeista e costruttiva, Sono orgogliosa di essere una presidente che ha sempre lavorato sulle alleanze e creato ponti e continuerò a farlo", ha spiegato la presidente a un'Aula in cui tra soli due giorni verranno nuovamente testate le larghe intese con il ben più difficile voto su Ursula von der Leyen. La conferma di Metsola è stata celebrata con un lunghissimo applauso, interrotto dalle prime parole della presidente: "Sarà un Parlamento per tutti in Europa, sono convinta che la nostra sia un'Europa per tutti, che saprà trarre insegnamenti dalle lezioni del passato e da ideali che non sono scomparsi", ha detto.

Quasi tutte le delegazioni italiane - ad eccezione, almeno nella posizione ufficiale, del M5s e della Sinistra - hanno votato Metsola e c'è stata tanta Italia nel discorso di candidatura, che si è aperto con una citazione, in italiano, di uno dei padri fondatori dell'Ue, Alcide De Gasperi: "L'Europa è una delle costanti della storia". Metsola ha ricordato anche i sacrifici di Falcone e Borsellino, che "sarebbero orgogliosi dell'Europa di oggi" e, nel suo discorso, ha dato spazio alla lotta per l'uguaglianza di genere e alla battaglia contro il femminicidio, menzionando Giulia Cecchettin "che a causa della violenza non vedrà mai questa nuova Europa".

L'ex direttore di Frontex oggi eletto eurodeputato con il Rassemblement National ha detto che dalla delegazione dei lepenisti all'Eurocamera sono arrivati voti di sostegno durante lo scrutinio segreto per la conferma del presidente Metsola. "Credo che abbiano votato per lei", ha detto.

"Con il nostro voto a Metsola abbiamo dato un segnale chiaro sul voto di giovedì e sulla nostra volontà di partecipazione a processi decisionali a Bruxelles"., ha detto parlando all'ANSA il capogruppo dei verdi Ue Bas Eickhout, a margine dei lavori parlamentari.

Metsola è stata la prima leader dell'Ue a raggiungere Kiev, mentre era sotto le bombe russe. E non poteva mancare, nel suo primo discorso della decima legislatura, una menzione al supporto all'Ucraina. Messaggio che è non passato inosservato: a pochi minuti dalla sua elezione è arrivata la reazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: "Felice di continuare la stretta collaborazione con Metsola per ripristinare quanto prima una pace giusta".

Più laboriosa è stata la composizione delle 14 vicepresidenze dell'Eurocamera. Ci sono voluti due scrutini per completare la squadra, nella quale entrano le italiane Pina Picierno e Antonella Sberna. La novità politica principale, tuttavia, è che nonostante le aperture di una parte dei Patrioti a Metsola, il cordone sanitario verso l'ultradestra europea non è venuto a mancare. I tre candidati sovranisti, Fabrice Leggeri e Klara Dostalova per gli orbaniani, Ewa Zajaczkowska-Hernik per l'Europa delle Nazioni Sovrane, non sono passati. "Uno sfregio alla democrazia e agli elettori", ha tuonato la Lega. Tutti gli altri gruppi, invece, hanno avuto un loro rappresentante. I più eletti sono stati gli esponenti del Ppe, Sabine Verheyen, Ewa Kopacz e Esteban Gonalez Pons. I socialisti hanno incassato il sì a Katarina Barley e Pina Picierno (quarta e quinta per numero di voti), oltre a Viktor Negrescu, Christel Schaldemose e Javi Lopez. Renew come vice di Metsola esprimerà Martin Hojsik e Sophie Wilmes. Eletti anche Nicolae Stefanuta dei Verdi e Younous Omarjee. Il gruppo con più vicepresidenti è quello dei Socialisti. Germania, Italia, Spagna e Romania hanno incassato due vicepresidenze a testa.

Il solo ad avvicinarsi al record di Metsola è stato il polacco Jerzy Buzek ma nessuno, negli ultimi 15 anni di storia dell'Eurocamera, ha avuto le percentuali che hanno incoronato Roberta Metsola alla guida dell'Eurocamera. Nel 2009 toccò a Jerzy Buzek conquistare lo scranno più alto. Esponente dei Popolari, Buzek fu eletto con 555 voti favorevoli su 644 schede valide. I votanti furono 714, le schede nulle 69. La maggioranza richiesta, che Buzek superò agevolmente, era di 323 voti. La sua avversaria, la svedese Eva-Britt Svensson, non superò le 89 preferenze.

Dopo Buzek, tuttavia, il voto del presidente dell'Eurocamera è stato più incerto fino all'ultimo. Nel gennaio del 2012, dopo i canonici due anni e mezzo che chiudono la prima metà del mandato, toccava al socialista Martin Schulz. Il tedesco che Silvio Berlusconi disse provocatoriamente di voler proporre nel ruolo di "kapò" fu eletto al primo turno con 387 preferenze. I votanti furono 715, le schede valide 689. Nel luglio del 2014, dopo la tornata delle Europee, alla guida della Plenaria veniva confermato Schulz. L'eurodeputato di S&d aumentò il suo gradimento, con 409 voti su 612 schede valide e 723 votanti.

Non fu invece eletto al primo round Antonio Tajani nel gennaio del 2017. Il cambio della guardia tra S&D e Ppe si consumò come di prassi in gennaio. L'attuale vicepremier italiano fu eletto al quarto scrutinio con 351 voti favorevoli su 633 schede valide e 713 votanti. Nel luglio 2019, dopo le Europee di maggio, fu ancora una volta un italiano ad essere eletto alla guida del Pe: il dem David Sassoli venne scelto dall'Assemblea al secondo turno, con 345 preferenze, appena undici sopra la maggioranza richiesta. I votanti furono 704, le schede valide 667. Meno di tre anni dopo, la morte di Sassoli rese certa la staffetta tra S&d e Ppe. Era il gennaio del 2022, e fu il turno dell'allora vicepresidente Roberta Metsola. La maltese fu eletta al primo turno con 458 voti favorevoli su 690 votanti e 616 schede valide. Incassò una maggioranza corposa, eppure lontana dal record di oggi.

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