Tsunami dei posti: l’anno orribile salva soltanto 75 Comuni

La provincia di Brescia, nel 2020, secondo le stime dell'Inps, perde 11mila occupati, con una riduzione di poco inferiore al 2%
Un operaio specializzato al lavoro - Foto © www.giornaledibrescia.it
Un operaio specializzato al lavoro - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Il 2020 presenta un bilancio occupazionale pesante con una riduzione che non risparmia il territorio bresciano. I dati forniti dalla Camera di Commercio di Brescia, derivati dagli archivi dell’Inps, che considerano l’insieme delle attività private nella nostra provincia, quantificano in 8.258 unità, pari al -1,7%, il saldo negativo per gli addetti delle imprese bresciane tra il 2019 e il 2020.

Una riduzione degli occupati che interessa oltre la metà dei Comuni bresciani a fronte di una decina di enti locali a saldo occupazionale uguale a zero e con ben 75 centri in cui, nel 2020, gli occupati sono aumentati.

Così in provincia

Fanno parte di questo gruppo, con un incremento degli addetti superiore alle cento unità: Palazzolo sull'Oglio (+208 addetti, +3,3%), Pontevico (+199, +5,4%), Erbusco (+176, +3,9%), Chiari, (+165, +3%), Mazzano (+139,+2,9%), Roncadelle (+131, +3,5%). Ovviamente, poiché il saldo provinciale risulta negativo per 8.258 addetti, dobbiamo contare oltre una ventina di realtà locali che perdono più di cento addetti. In valore assoluto, è il Comune Capoluogo a presentare il saldo maggiormente negativo con la perdita di 2.259 addetti, pari al -1,9%, un livello in linea con la riduzione media provinciale (-1,7%).

Le peculiarità produttive del territorio

L’elenco dei Comuni che assommano le perdite maggiori ci aiuta a leggere, considerando le specificità produttive del territorio (ad esempio la presenza di attività turistiche), come si definisce il calo occupazionale tra il 2019 e il 2020. Limone sul Garda (-749, -32,9%), Sirmione (-632, -14,5%), Rovato (- 473,-5,6%), San Felice del Benaco (-389, -19,7%), Lumezzane (-372,-4,2%), Montichiari (-252, -2,6%), Corte Franca (-231, -7,6%), Darfo Boario Terme (-226, -3,5%), Salò (-224, -5,3%), Gardone Riviera (-208, -22,1%).

La fotografia scattata dall'Inps

Non diverso quello che emerge dalla indagine campionaria dell’Istat, che, diversamente dai dati reali diffusi dalla Camera di Commercio, considera l’insieme degli occupati, pubblici e privati. L’Istat conferma e definisce meglio nel totale provinciale, la pesante perdita occupazionale.

La provincia di Brescia, nel 2020, secondo le stime dell’Istituto nazionale di statistica, perde 11mila occupati, con una riduzione di poco inferiore al 2%. Questo nonostante i provvedimenti adottati, tra i quali il blocco dei licenziamenti, l’esplosione della cassa integrazione e le misure a sostegno delle imprese. La contrazione dell’occupazione è in linea con quello che si registra a livello nazionale di poco superiore alla riduzione che si registra in Lombardia, dove si perdono 77mila occupati, pari all’1,7%.

Il diverso impatto sulle attività economiche

La perdita di posti di lavoro, tra il 2020 e 2019, non ha interessato tutti i settori di attività economica. Infatti, sempre secondo le stime dell’Istat, nel 2020 gli occupati aumentano nelle attività dei servizi alle imprese e alle persone (+2mila), in agricoltura (+3mila) e, nelle costruzioni dove, grazie all’effetto superbonus, gli occupati aumentano di 10mila unità.

Di diverso segno il bilancio del manifatturiero dove, secondo l’Istat, in provincia di Brescia, nel 2020, si sono persi 17mila occupati e nelle attività del commercio, della ristorazione e dell’accoglienza dove gli occupati si riducono di 9 mila unità. Le diverse letture statistiche, quelle di Inps e Istat, pur con numeri diversi portano ad un risultato univoco: è stato tsunami.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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