Quel benessere Irpef che in alta quota ancora non arriva

Le dichiarazioni più elevate si concentrano sui laghi, in città o verso la Franciacorta, quelle meno ricche sono in montagna
L'analisi si basa sulle dichiarazioni dei redditi dei bresciani - © www.giornaledibrescia.it
L'analisi si basa sulle dichiarazioni dei redditi dei bresciani - © www.giornaledibrescia.it
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Le statistiche diffuse dal Dipartimento delle Finanze presentano una quadro delle dichiarazioni dei redditi Irpef che i bresciani hanno presentato nel 2020, riferite, ovviamente, all’anno di imposta 2019. Se ridotti all’essenza i numeri ci documentano lo stato poco più di 905mila contribuenti per un ammontare dichiarato che supera i 19,7 miliardi di euro. Il reddito medio, ricavato dividendo l’ammontare delle dichiarazioni per il numero dei contribuenti fissa per la nostra provincia un dato medio di 21.771 euro.

Un dato medio, giova ricordarlo, è quanto di più inverosimile esista analizzando un fenomeno, come quello della distribuzione dei redditi, ampiamente segnato dalle diseguaglianze. Tuttavia la media delle medie ci è utile per la comparazione territoriale. Assumendo questo valore medio possiamo quindi, senza fare troppo torto alla ragione, guardare come si definisce, nel fitto reticolo dei 205 comuni bresciani, la distribuzione dei redditi delle persone fisiche.

E qui il panorama appare alquanto variegato poiché il «nostro» reddito complessivo medio oscilla dai 30.367 euro registrati a Padenghe sul Garda fino ai 14.272 euro che rappresentano la media delle dichiarazioni di Magasa. Nella considerazione del reddito medio i padenghini hanno un reddito che è 2,1 volte quello dei magasini. E qui entrerebbe i gioco il famoso pollo di Trilussa perché a Padenghe, il 36% dei 1.208 contribuenti dichiara meno di 15 mila euro lordi. Ma trattando il dato delle dichiarazioni fiscali con la scientificità dovuta emerge nettamente una geografia del benessere.

Padenghe, unico centro con un reddito medio che supera la soglia dei 30mila euro, precede Cellatica (26.751 euro), Gardone Riviera (26.586), Collebeato (26.425) e Soiano del Lago (26.217). Poco al di sotto della soglia dei 25mila euro di reddito medio Monticelli Brusati (24.789) e Desenzano del Garda (24.642), che precedono Brescia (24.477), Concesio (24.364), Salò (24.344) e Rodengo Saiano (24.264). Redditi Irpef compresi tra i 24 mila e i 23 mila euro «medi» si registrano a Gussago (23.901), Polpenazze del Garda (23.859), San Felice del Benaco (23.646), Iseo (23.517), Passirano (23.496), Barghe (23.358), Bovezzo (23.225), Lumezzane (23.163), Manerba del Garda (23.040) e Lodrino (23.006).

Non serve essere un geografo per leggere come, se si escludono Barghe, Lumezzane e Lodrino, le dichiarazioni più abbondanti si concentrano sui laghi, in città o verso la Franciacorta, quelle decisamente meno ricche sono in montagna. Sono infatti quasi tutti nelle alte valli bresciane i comuni con i redditi medi più bassi, inferiori ai 17 mila euro. Magasa (14.272 euro) e poi Tignale (14.745), Valvestino (14.975) e con dai 15 ai 16 mila euro: Incudine, Capovalle, Monno, Irma, Tremosine sul Garda, Vione, Paisco Loveno e Corteno Golgi.

Questi i numeri medi delle dichiarazioni dei redditi presentate dai bresciani nel 2020 con riferimento all'anno di imposta 2019. Con una geografia ben chiara ma con tutte le raccomandazioni sul valore delle medie e, ovviamente, al netto della evasione fiscale. Ovviamente a questi dati sfugge ancora l’effetto pandemia, che sarà misurabile col prossimo turno di dichiarazioni.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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