Qualità dell'aria, la provincia è tagliata in due: nella Bassa è sempre più malata

Tutta la montagna presenta valori assai contenuti, la fascia pedemontana e collinare fa da cuscinetto mentre la pianura peggiora
Sulla pianura padana è ben visibile la «macchia» dell'inquinamento - Foto © www.giornaledibrescia.it
Sulla pianura padana è ben visibile la «macchia» dell'inquinamento - Foto © www.giornaledibrescia.it
AA

Passata la fase acuta della pandemia nella quale, nonostante il lockdown, la qualità dell’aria, in molti comuni della provincia, non è migliorata, nel 2021, tornati alla quasi normalità, si conferma il quadro che definisce, su base territoriale, che aria che tira.

Diciamo subito che la mappa della provincia è nettamente definita secondo i valori del Pm10 (le polveri sottili, un acronimo che significa Particulate Matter = 10 µm, ovvero materiale particolato con dimensione inferiore o uguale a 10 micrometri). Il particolato è pericoloso perché si insidia nell’organismo umano, a livello del sistema respiratorio, aumentando l’incidenza dei tumori, specie quelli polmonari.

In sintesi tutta la montagna presenta valori assai contenuti, nella media annuale sotto i 10 µg/m³ (nano milligrammi per metro cubo), la fascia pedemontana e collinare a fare da cuscinetto e tutta la pianura con valori superiori a 30 µg/m³. I dati sono quelli di Arpa Lombardia, che tiene monitorato quotidianamente questo inquinante con le centraline e, in assenza di rilevazioni dirette, grazie ad un modello matematico che esprime la media giornaliera delle polveri sottili in tutti i comuni, con un numero che ne misura la concentrazione espressa in µg/m³.

Le regole, oggi

La normativa vigente fissa un limite giornaliero di 50 µg/m³, da non superarsi per più di 35 giorni all’anno, e un limite nella media annua di 40 µg/m³. Poche polveri, meno di 10 µg/m³, in tutta la montagna bresciana. Tutti i centri camuni, con la sola eccezione di Cividate Camuno, dell’Alto Garda e delle medie e alte Val Trompia e Valle Sabbia. Tutta la settantina di comuni con i valori più bassi di Pm10 si colloca a Nord della linea che taglia la Provincia da Sale Marasino a Gargnano, passando per Gardone Val Trompia e Vobarno. In particolare, con bassa presenza delle polveri sottili si trovano, 5 comuni che presentano un livello di Pm 10 inferiore a 4 µg/m³, con il valore inferiore a Ponte di Legno (3,1), che precede Saviore dell’Adamello (3,3), Temù (3,6), Vione (3,7) e Vezza d’Oglio (3,8).

Tutt’altra aria nella grande pianura bresciana e in qualche ambito pedemontano. Gli oltre 80 comuni che superano, nella media annuale i 30 µg/m³, sono tutti localizzati sotto la linea che taglia la Provincia da Chiari alle Valtenesi, comprendente il Comune Capoluogo (31,7 µg/m³) e il suo hinterland.

In questa ampia porzione del territorio provinciale condizioni relativamente peggiori, sopra i 34 µg/m³ nella media annuale, si registrano a Mazzano (35,4 µg/m³), Castenedolo (35,2), Rezzato (34,7), Calcinato e Manerbio (34,5) e, con valori di poco inferiori a Montirone, Borgosatollo, Bedizzole, Verolanuova, Bassano Bresciano, Bagnolo Mella, Ghedi, Offlaga,Leno, Quinzano d’Oglio, Montichiari, Cigole e San Gervasio Bresciano.

Il confronto con gli anni precedenti

L’aspetto preoccupante emerge nel confronto tra le ultime due annualità poiché tutti i primi 100 comuni con maggiori concentrazioni di Pm10 vedono peggiorare l’aria nel 2021 e, in alcuni casi, neanche di poco se consideriamo la decina di centri della bassa orientale, da Calvisano in giù, che, tra il 2020 e il 2021 aumentano di 7µg/m³ la presenza di Pm10 nell’aria.

Per contro in quasi tutti gli 80 comuni con minori concentrazioni di polveri sottili l’aria migliora ulteriormente. E, come si dice, piove sul bagnato poiché i pochi comuni in cui la situazione nel 2021 migliora, rispetto al 2020, sono quelli dove quasi non si pone il problema mentre a peggiorare in misura maggiore sono quasi tutti comuni che già negli anni precedenti presentavano concentrazioni di polveri sottili elevate.

Valori oltre i limiti

Tutto nella norma, almeno considerando le medie annuali poiché in nessun caso si superano i 40 µg/m³. Ma, la normativa, prevede anche un massimo di sforamenti del limite giornaliero di 50 µg/m³ e qui, secondo i dati forniti da Arpa Lombardia, c’è qualche problema. Se consideriamo Mazzano, il comune con la media annuale più elevata, nell’ordine dei 35,4 µg/m³, l’analisi dei 365 giorni indica ben 63 sforamenti, ovvero valori giornalieri superiori ai 50 µg/m³, Castenedolo ne conta 75 , Rezzato 73,e lo stesso tema, certamente, si pone in numerosi altri comuni, come, ad esempio, a Brescia, con 55 giornate oltre soglia. Cè un problema di salute pubblica.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato