Qualità dell'acqua: la provincia è spaccata in due

Nei Comuni a forte concentrazioni agricola si registrano i livelli più alti di nitrati
Un rubinetto dell'acqua
Un rubinetto dell'acqua
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I dati della qualità dell’acqua pubblica, considerati valutando la presenza dei nitrati nell’acqua che arriva nelle nostre case, presentano un quadro provinciale sempre più diviso in due campi. Da un lato i comuni con basse concentrazioni di questo inquinante, che mantengono o migliorano la qualità dell’acqua pubblica, e, dall’altro, i centri con elevate concentrazioni che rimangono su valori elevati e, in qualche caso, vedono addirittura aumentare la presenza dei nitrati. È quanto emerge dal monitoraggio realizzato dall’Ats Brescia e dall’Ats Montagna, partendo dall’analisi dell’acqua nei punti di prelievo.

Per valutare la qualità dell’acqua abbiamo osservato la concentrazione dei nitrati (mg/litro), sostanze nocive che giungono nelle falde acquifere a causa della concimazione sistematica e intensiva e dalle attività industriali. Nelle acque destinate al consumo umano il valore limite di nitrati è di 50 milligrammi per litro e, nell’ampio e articolato territorio provinciale, anche la qualità dell’acqua non sfugge alla regola della estrema eterogeneità delle condizioni. E i nostri due campi, quello dei valori buoni, che restano tali, e quello dei valori peggiori, che non migliorano, sono definiti dalla geografia del territorio bresciano, come sempre, condizionata, in misura determinante, dall’azione dell’uomo.

In effetti i 49 comuni in cui viene rilevata una concentrazione di nitrati <5 mg/l, ovvero quasi inesistente, sono fortemente concentrati in due aree estreme della provincia: l’Alta Valle Camonica e la Bassa Bresciana, una ventina di comuni compresi nell’arco che comprende la parte più estrema della pianura che va da Villachiara a Remedello comprendendo Manerbio. Una buona qualità delle acque potabili bresciane si trova in 115 comuni che, nel 2022, presentano livello di nitrati comunque inferiori a 10 mg/litro. 

In sintesi più della metà dei comuni bresciani si colloca sotto questa soglia che viene rispettata da quasi tutti i comuni delle tre valli bresciane e dell’Alto Garda, da qualche centro rivierasco e, come osservato, da tutti i comuni della estrema Bassa Bresciana. Nella fascia centrale della provincia, che comprende le zone collinari e pedemontane, si trovano una sessantina di comuni, con concentrazioni di nitrati comprese tra 10 mg/litro e 30 mg/litro, tra i quali il Comune Capoluogo (23,1 mg/litro, nella media del 2022). 

Oltre il limite

Oltre questa soglia si trovano una trentina di comuni che presentano concentrazioni di nitrati superiori che avvicinano, comunque senza superarlo, il valore limite di 50 mg/l. Comuni, tutti tra lo contigui, fortemente concentrati in un quadrilatero che da Chiari e Roncadelle arriva, con concentrazioni di nitrati crescenti, fino a Orzivecchi e Dello.

In quest’area, a forte vocazione agricola, si trovano quasi tutti i 29 comuni nei quali emergono concentrazioni più elevate della presenza di nitrati nell’acqua pubblica. Tuttavia, se si esclude un’area circoscritta del territorio, la qualità dell’acqua potabile in provincia, almeno dall’osservazione della concentrazione dei nitrati, appare buona. L’acqua pubblica, quella che arriva nelle nostra case, è un bene prezioso, ancor più in tempi di siccità. L’acqua del sindaco costa poco, è soggetta a controlli puntuali ed è a Km 0. Cosa che non si può dire per l’acqua minerale in bottiglia.

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