Più pensionate che pensionati, ma con un assegno molto più basso
Le donne bresciane che nel 2023 hanno percepito una pensione sono state 192.605, il 53,6% dei 359.399 percettori di prestazioni previdenziali e assistenziali. Detto così il dato diffuso dall’Inps di Brescia suona quasi bene. Ma per raffreddare l’ottimismo basta considerare l’importo medio mensile delle pensioni, che per le donne è nell’ordine dei 794 euro a fronte dei 1.504 euro degli uomini. Poco più della metà. Per le donne le differenze e le disuguaglianze nella vita lavorativa continuano ad avere ricadute negative anche sulle pensioni. Retribuzioni più basse, limitate possibilità di carriera, presenza ridotta nei ruoli apicali, maggior ricorso al part time, interruzioni lavorative o rinuncia all’impiego per maternità o cure familiari, occupazioni atipiche e irregolari.
Il divario tra uomini e donne
In Italia vi sono circa 16,1 milioni di pensionati, di cui 7,8 milioni sono uomini e 8,3 milioni sono donne. L’importo lordo delle pensioni complessivamente erogate, comprensivo delle prestazioni sia previdenziali che assistenziali, è di 322 miliardi di euro. Sebbene rappresentino la quota maggioritaria sul totale dei pensionati (il 52%), le donne percepiscono il 44% dei redditi pensionistici, ovvero 141 miliardi di euro contro i 180 miliardi degli uomini. Il gender pay gap, la differenza di paga, si trascina così dalle giovani lavoratrici alle pensionate. E non potrebbe essere altrimenti, viste le retribuzioni più basse destinate alle donne a tutti i livelli, manager comprese. Lavoratrici povere, pensionate povere. Lo rivela la prima analisi sui divari di genere dell’Inps. Il 70% delle pensioni sopra 3 mila euro va agli uomini. La differenza mensile media tra le nuove pensioni erogate nel 2023 alle donne e agli uomini supera i 400 euro, il 30 per cento. Il gender gap pensionistico non accenna a ridursi. Anzi. L’importo mensile medio percepito dalle donne uscite nel 2023 dalla vita lavorativa fa segnare un calo rispetto al 2022, mentre salgono, anche se di poco, le cifre incassate dagli uomini.
Nel Bresciano
Considerando l’insieme delle prestazioni previdenziali e assistenziali è evidente il divario tra l’importo medio mensile della pensione degli uomini e quello delle donne anche nella provincia di Brescia, poiché se 192.605 donne bresciane percepiscono il 53,6% del totale delle pensioni l’importo medio è nell’ordine dei 794 euro, poco più della metà dei 1.504 euro medi che spettano agli uomini. Il grosso del divario si definisce considerando le sole pensioni di vecchiaia, che sono oltre 221mila, la gran parte dell’insieme delle pensioni, dove le 89.630 pensionate, ricevono un assegno medio di 917 euro, ben lontano dai 1.417 medi dei maschi. Il gap di genere si riduce per le pensioni di invalidità, delle quali beneficiano 3.140 donne con un assegno medio di 666 euro, anche in questo caso lontano dagli 879 degli uomini. Sostanzialmente analogo per donne e uomini - ma non potrebbe essere diversamente – il valore delle pensioni/assegno sociale, mediamente attorno ai 486 euro, di cui beneficiano 22.222 donne e delle pensioni di invalidità civile, nell’ordine dei 518 euro a favore di 5.823 pensionate.
Il gap di genere si ribalta considerando le pensioni superstite, le reversibilità, percepite da 65.790 donne, l’89% del totale, per un importo medio di 788 euro, decisamente superiore rispetto ai 440 dei vedovi maschi.
In altri termini, escludendo le reversibilità, le donne sono più numerose degli uomini nelle categorie che danno luogo a pensioni medie più basse e meno numerose nei trattamenti di vecchiaia, che raccontano la vita lavorativa, dove sono il 40% dei percettori e ricevono un assegno medio che è poco più della metà di quello degli uomini.
L’importo medio delle pensioni «rosa» è piuttosto differenziato nei 205 comuni bresciani, dai 1.331 euro di Odolo, culla della siderurgia, ai 761 di Incudine, con il Comune Capoluogo nel mezzo (1.155 euro).
Calcolando, per tutti i 205 comuni, il differenziale tra l’importo medio delle pensioni degli uomini e quello delle donne emerge uno scarto medio provinciale di 711 euro, ovviamente a favore degli uomini. Quindi mediamente -711 euro per le donne. Entrando nel dettaglio comunale il gap di genere delle pensioni supera questa soglia in un centinaio di comuni, con gli scarti più elevati a Irma (-1.020 euro ), Odolo (-1.016), Niardo (-922), Provaglio val Sabbia (-908) e Vione (-900 euro). Nel Comune Capoluogo la differenza tra la pensione media di un uomo e di una donna è nell’ordine dei 726 euro, poco più della media provinciale. Nel territorio bresciano ci sono solo quattro comuni nei quali lo scarto è inferiore ai 500 euro: Lavenone (-445 euro), Castelcovati (-463), Ossimo (-488) e Tremosine (-493 euro). Ovviamente, considerando solo le pensioni di vecchiaia lo scarto medio provinciale aumenta ancora ed è pari a -841 euro mensili, scarto che sale a -921 euro nel Comune Capoluogo e supera i -1.000 euro in una ventina di comuni, con punte oltre i -1.200 euro a Odolo, Saviore dell’Adamello e Irma.
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