Negli asili nido bresciani c’è posto solo per 23 bambini su 100
Brescia non è provincia per i piccolissimi e, ovviamente, per mamme e papà di bimbi con meno di tre anni, 26.434 al 1° gennaio 2024. I conti, nella media provinciale, sono presto fatti: 26mila bambini e bambine per 6.251 posti disponibili negli asili nido, ossia 23,6 per ogni 100 bambini, addirittura meno rispetto ai 25,1 raggiunti nel 2019.
Nel lontano 2002 il Consiglio Europeo, riunito a Barcellona, stabilì che gli stati membri devono impegnarsi ad offrire servizi per l’infanzia per almeno il 33% di bambini sotto i 3 anni, entro il 2010; un target che peraltro è appena stato innalzato da 33 a 45, obiettivo da raggiungere entro il 2030.
In Italia
Una mano, almeno per quanto riguarda le strutture, la darà probabilmente il Piano nazionale di resistenza e resilienza, che prevede 4,6 miliardi di euro volti alla costruzione, al rinnovo e alla messa in sicurezza di asili nido e scuole per l’infanzia. L’obiettivo era la creazione di 264.480 nuovi posti in asili nido e scuole per l’infanzia entro dicembre 2025. Il recente aggiornamento del Pnrr proposto dal governo Meloni ha ridotto l’obiettivo a 150.480 posti (114 mila in meno)e posticipato la scadenza a giugno 2026, abbassando il grado di copertura stimato al 38,6%, contro il precedente 45,5% (al 2025). In termini assoluti, invece di prevedere quasi 194.000 posti in asili nido, ne verrebbero resi disponibili solo poco più di 110.000 (-43 per cento).
Gli ultimi dati disponibili (per l’anno scolastico 2021/2022) indicano una copertura di 28 posti per ogni 100 bimbi, in aumento tendenziale rispetto al passato, ma principalmente per il calo del numero di bambini e non per l’aumento dei posti. L’aumento previsto entro il 2026 sarebbe comunque rilevante, ma la copertura resterebbe ancora molto inferiore a quella di altri paesi come Spagna e Francia (più del 55%).
Nel Bresciano
Per monitorare la situazione in provincia di Brescia e districarsi nella non agevole considerazione dei posti disponibili, abbiamo considerato i dati che Regione Lombardia rende disponibili, aggiornati al 29 febbraio 2024, relativi ai posti disponibili in ogni asilo nido e «micronido» (asili nido con un numero massimo di dieci bambini) e nei «centri prima infanzia» (strutture simili all’asilo nido che offrono un servizio temporaneo di assistenza educativa e di socializzazione, accogliendo, in maniera non continuativa bambine e bambini, eventualmente anche con la presenza di genitori e/o adulti di riferimento, per un massimo di quattro ore consecutive e non possono fornire servizio di somministrazione dei pasti).
Parliamo di strutture, pubbliche e private, cui andrebbero aggiunti i 36 «nidi in famiglia» (piccole strutture a gestione strettamente familiare che non dovrebbero avere fini di lucro e possono ospitare in ogni caso un massimo di 5 utenti), che un certo dinamismo di aperture e chiusure rende piuttosto difficile tracciare. La stessa Regione Lombardia prescrive ai soli nidi e micronidi il compito di assicurare il servizio «in forma continuativa attraverso personale qualificato», mentre i nidi in famiglia, pur preziosi, seguono spesso modelli organizzativi meno rigidi.
I conti, nella media provinciale, considerando queste tipologie di strutture sono presto fatti: 26.634 bimbi e bimbe per 6.251 posti disponibili, ossia 23,6 per ogni 100 bambini. Tuttavia la distribuzione di questi servizi fondamentali è tutt’altro che uniforme nei 205 Comuni bresciani.
Diciamo subito che in 78 comuni, la gran parte dei quali collocati nella montagna interna, non c’è traccia di queste strutture per la prima infanzia.
Brescia città, con 1.333 posti per 4.237 bambini/e, ha una copertura del 31%, in linea con gli obiettivi europei (del 2010) mentre, oltre la soglia del 33% di bambini che possono trovare posto nelle strutture nel proprio comune si trovano 48 centri, con sei comuni che vanno oltre il 90%: Sellero (96%), Losine e Maclodio (93%), Borno e Tavernole sul Mella (92%) e Collebeato (90%).
Sezioni primavera
Il dato di fondo è tuttavia chiaro: mancano davvero parecchi posti, soprattutto nei centri più piccoli. Un elemento positivo potrebbe venire dal diffondersi delle «sezioni primavera» negli istituti comprensivi, aperte alla frequenza di bambine e bambini dai 24 ai 36 mesi di età, che possono ospitare sino a un massimo di 20 bambine e bambini.
Nell’anno scolastico 2022-23 sono state sostenute da finanziamenti di Regione Lombardia 68 sezioni primavera, presenti in 48 Comuni che, nei casi di Artogne, Berlingo, Nuvolento, Piancogno, Ponte di Legno e Vezza d’Oglio suppliscono alla assenza di asili nido. Il potenziamento dell’offerta dei nidi è un'esigenza pressante, nonostante la denatalità, per avvicinare la dotazione di questi servizi essenziali agli standard previsti dall’Europa e contribuire a colmare il gender-gap nel mondo del lavoro.
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