La popolazione residente nel Bresciano si riduce, ma resta stabile

Tra il 1° gennaio 2019 e lo stesso periodo del 2022 la provincia, complessivamente, presenta un saldo demografico piatto: -97 residenti
Brescia dall'alto - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Se tiriamo una riga da Iseo a Toscolano Maderno, passante per Lumezzane, separiamo nel territorio provinciale una grande area - che comprende le tre Valli e l’Alto Garda - in cui, tra il 1° gennaio 2019 e il 1° gennaio 2022, la popolazione residente si riduce, con pochissime eccezioni, di oltre il l’1%.

Fuori da questo perimetro, che comprende una settantina di comuni ci sono, ci sono due altre aree, decisamente meno nette, in cui si addensano, tra gli altri, comuni con una riduzione della popolazione residente che interessano la parte estrema della pianura centrale, da Gottolengo a Fiesse, e alcuni comuni limitrofi della Franciacorta (Provaglio d’Iseo, Passirano e Cazzago san Martino). Ma è poca cosa di fronte ai dati omogenei dei comuni delle Valli e della Montagna Interna.

Per altro verso sulla mappa del territorio bresciano si definiscono due aree di comuni contigui caratterizzate da saldi demografici positivi e superiori al +1%. Da una parte un’ampia fascia che taglia in diagonale la pianura da Paratico-Capriolo fino a Manerbio-Montichiari. Dall’altra i comuni del Basso Garda e delle Valtenesi. Salvo rare eccezioni, in questi due campi si concentra la maggiore dinamica demografica.

I conti, poi, sono presto fatti. Tra il 1° gennaio 2019 e lo stesso periodo del 2022 la provincia di Brescia, complessivamente, presenta un saldo demografico piatto: -97 residenti, pari al -0,01%. Nei 115 comuni che registrano un saldo negativo si perdono quasi 8mila abitanti che, sostanzialmente, si recuperano nei 90 comuni che segnano un aumento, anche minimo della popolazione. Ma, come si evidenzia nella mappa, i campi sono netti: la montagna perde e il resto della provincia, le colline e le pianure, mantengono la popolazione inalterata o, salvo le eccezioni ricordate, la vedono aumentare recuperando il saldo negativo della montagna.

Così in provincia

Nella mappa i comuni bresciani sono suddivisi in tre gruppi considerando il saldo percentuale della popolazione residente tra il 1° gennaio 2019 e il 1° gennaio 2022. Poiché nella media provinciale la popolazione è stabile (-0,01%) abbiamo definito come «mediani» i comuni con un saldo percentuale della popolazione compreso tra +1% e il -1%; una settantina di comuni, tra i quali il Capoluogo, +0,4 %, con un incremento di 716 residenti. Ovviamente abbiamo poi definito due gruppi estremi, con valori di riduzione della popolazione inferiori a -1% e valori in crescita superiori a +1.

Sono 85, la maggioranza dei comuni, quelli che presentano una contrazione della popolazione superiore all'1%. Tra questi non mancano comuni di rilevanti dimensioni come Lumezzane (- 578 residenti, -2,6%), Toscolano Maderno (-340, -4,4%), Cazzago San Martino (-257, -2,3%), Castegnato (-185, -2,2%) e, considerando i centri maggiori, Darfo Boario Terme (-179, -1,1%), Iseo (-179, -2%), Gardone Val Trompia (-163, -1,4%), Sarezzo (-154, -1,2%).

Ben diverso il dato del gruppo dei 48 comuni con un saldo demografico positivo, con valori superiori al +1%, nel triennio 2019-2022. Tra questi, anche in questo caso considerando solo i centri maggiori : Montichiari (+581 abitanti, +2,3%), Ospitaletto (+394, +2,8%), Lonato del Garda (+388, +2,4%), Rovato (+367, +1,9%), Manerbio (+353, +2,7%), Sirmione (+293, +3,6%), Leno (+281, +2%), Castenedolo (+176, +1,5%), Erbusco (+156, +1,8%), Vobarno (+145, +1,8%), Castel Mella (+133, +1,2%), Capriolo (+127, +1,4%) e Rodengo Saiano (+104, +1,1%).

Insomma tra il 1° gennaio 2019 e il 1° gennaio 2022 è passata una pandemia che si è sovrapposta alle «normali» dinamiche demografiche. Se la risultante di questi processi è la sostanziale stabilità della popolazione bresciana, questo dato si compone di un pezzo di territorio che continua a crescere dal punto di vista demografico e una parte della provincia, facilmente identificabile con le aree montane, che accentua il declino demografico. Lento e inesorabile..

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