Gli acquedotti bresciani superano l’esame dei nitrati

La buona qualità media delle acque potabili bresciane trova conferma in una settantina di Comuni con livelli di nitrati inferiori a 10 mg/litro
Acqua (simbolica) - © www.giornaledibrescia.it
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La qualità dell'acqua pubblica che arriva ai rubinetti di casa nostra viene controllata grazie al monitoraggio realizzato dall’Ats Brescia e dall’Ats Montagna, che ringraziamo per averci fornito tutti i dati necessari. Nell’ampio e articolato territorio provinciale anche la qualità dell'acqua non sfugge alla regola della estrema eterogeneità delle condizioni.

Diciamo subito che, nel 2020, ci sono una cinquantina di Comuni che sono stabilmente classificati con una concentrazione di nitrati inferiore ai 5 milligrammi per litro, ovvero praticamente inesistenti. Curioso osservare come la gran parte di questi centri sia concentrato in due aree estreme della provincia: l’alta Valle Camonica, e la Bassa Bresciana, in pratica da Manerbio in giù.

La buona qualità media delle acque potabili bresciane trova conferma in una settantina di Comuni che nel 2020 presentano livello di nitrati comunque inferiori a 10 mg/litro.

La situazione in provincia

In pratica oltre 120 comuni, più della metà del totale provinciale, si colloca sotto questa soglia che viene rispettata praticamente da quasi tutti i Comuni delle tre valli bresciane e dell’Alto Garda, da qualche centro rivierasco e, cosa piuttosto curiosa da tutti i Comuni della Bassa, da Villachiara ad Aquafredda con Offlaga come limite a Nord.

Nella grande fascia centrale della provincia, che comprende la gran parte della pianura e la zona collinare e pedemontana si trovano una cinquantina di Comuni con concentrazioni di nitrati comprese tra 10 mglitro e 30 mg/litro, tra i quali il Comune Capoluogo (23,6 gr/litro nella media del 2020).

Oltre questa soglia si trovano una trentina di Comuni che presentano concentrazioni di nitrati superiori. In particolare, nel 2020, oltre i 40 gr/litro medi nell’anno si trovano Torbole Casaglia (46,4), Dello (44,4), Orzivecchi (44), Azzano mella (43,4), Lograto (42,8), Rudiano (42), Maclodio (41,2). L’anno precedente non c’era Orzivecchi (39,3) ma nel gruppo con maggiori problematiche, pur ampiamente entro i limiti di legge (50 mgl), entrava Castegnato (43,6).

Il confronto col 2019

Ora, se estendiamo l’osservazione ai Comuni che, nel 2020, superano la soglia dei 30mg/litro di nitrati si definisce una «bolla» che riempie la pianura occidentale da Provaglio d’Iseo fino a Dello, in linea verticale, e da Chiari a Roncadelle in orizzontale. Rispetto al dato del 2019 sono pochi gli scostamenti significativi se si escludono, in miglioramento Soiano del Lago (-12,3 mgl), Palazzolo sull'Oglio (-8,8), Orzinuovi (-7,4) e Bovezzo (-5,5) e, in relativo peggioramento, Capovalle (+8,5 mgl), Urago d'Oglio (+7,5), Puegnago sul Garda e Pontoglio (+5).

L'eccessivo consumo di acqua minerale

Insomma la qualità dell’acqua in provincia, almeno osservando i nitrati è buona. Nonostante ciò, consumiamo 208 litri di acqua minerale a testa all’anno, secondi solo a Messico e Thailandia o Arabia Saudita; un «primato» originato da un pregiudizio rispetto al consumo di acqua, frutto forse di una mancata comunicazione: ogni cittadino, infatti, dovrebbe sapere che alla fonte dell’«acqua del sindaco», quella che scende a basso costo dal rubinetto, ci sono controlli puntuali confermati da dati scientifici. E c’è rispetto per l’ambiente.

Lo standard è rappresentato dal Decreto Legislativo 312001, che prevede il soddisfacimento di 54 parametri che riguardano gli aspetti microbiologici e chimico fisici; una buona acqua da bere infatti deve essere sicura, ovvero non contenere microrganismi o sostanze in grado di nuocere alla salute umana.

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