Dopo decenni di rincorsa, le donne laureate superano gli uomini

Nel 1951, nel Bresciano, i dottori erano 4.530, le femmine erano soltanto 928. Nel 2021 le lauree in rosa sono ben oltre il 54%
Le donne bresciane laureate sono più degli uomini
Le donne bresciane laureate sono più degli uomini
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Che le ragazze studino più dei ragazzi è un dato che si riflette in ogni statistica che misura il grado di istruzione della popolazione, quale che sia il livello considerato. Non è sempre stato così. Il divario di genere nell’istruzione si è progressivamente ridotto nell’arco dei decenni.

Basta pensare che nel censimento generale del 1951 coloro che avevano un titolo di studio universitario erano solo 4.530, dei quali 3.602 maschi e solo 928 femmine, poco più del 20%. Nello stesso anno, c’era invece un sostanziale equilibrio se si considerano i titoli di studio di scuola media superiore, poiché le donne erano 9.162, il 49,5% dei 18.464 diplomati. Con una differenza sostanziale rispetto al tipo di scuola: le donne primeggiavano nelle magistrali, dove erano quasi l’84% del totale dei diplomati; al contrario, era più bassa l’incidenza negli istituiti tecnici, professionali e artistici (24% di donne) e peggio ancora andava nei licei classici e scientifici, dove le 839 donne erano solo il 21% del totale.

Quarant’anni dopo, nel 1991, il grado di istruzione delle donne bresciane si è avvicinato a quello dei maschi, poiché le laureate erano 11.022, quasi il 41% del totale, mentre le 78.114 diplomate erano quasi la metà del totale (49,7%).

Censimento

Altri dieci anni dopo, con il primo censimento del nuovo millennio, la rincorsa delle donne si è quasi completata, poiché le 24.086 laureate hanno superato il 48% del totale e le 121.700 diplomate sono poco meno dei maschi e rappresentano il 49,8% del totale. Nel censimento del 2011 si registra, per la prima volta, il rovesciamento del gap di genere, almeno rispetto al grado di istruzione, con 54.151 donne in possesso di titoli universitari, il 58,6% del totale provinciale, che si associa ad una quota di donne in possesso di un diploma si scuola secondaria superiore, ben 160.348, che rappresenta quasi la metà del totale.

L’ultimo censimento generale del 2021 sancisce il sorpasso in modo inequivocabile. Tra i 100mila bresciani in possesso di un titolo di studio di 2° livello (laurea quinquennale) le donne sono 54.545, il 54,5%, e tra le 3.320 persone che hanno conseguito un dottorato di ricerca sono oltre la metà.

Più laureate che laureati

Ci sono voluti molti decenni per recuperare un gap nel livello di istruzione e oggi le donne bresciane hanno un grado di istruzione superiore agli uomini, e tendono dunque ad essere più scolarizzate dei maschi. È infatti meno probabile che abbandonino precocemente gli studi e che ripetano l’anno scolastico. Inoltre raggiungono più spesso della media un’istruzione di livello terziario, universitario o superiore. Del resto anche i dati più recenti sui laureati, forniti dal Miur, sono eloquenti: nel 2021 in provincia di Brescia si sono laureati 2.545 maschi e 3.613 femmine, dei 5.787 laureati nel 2022, 3.541 sono ragazze a fronte di 2.336 ragazzi.

Nel mercato del lavoro

Può essere interessante, a questo punto, tornando ai dati del censimento generale del 2021, considerare la popolazione residente con età compresa tra i 25 e i 49 anni, il blocco centrale del mercato del lavoro, complessivamente oltre 392mila persone. Di questi, coloro che hanno conseguito un titolo di studio terziario, diciamo i laureati per semplificare, in provincia di Brescia sono 90mila, il 23% delle persone di questa fascia di età. Si tratta di un valore decisamente inferiore al dato regionale che, per la popolazione dai 25 ai 49 anni, conta un 29,5% di laureati, superando il 27% della media nazionale. Con una differenza sostanziale tra le donne bresciane, laureate nel 27,9% dei casi, e gli uomini bresciani, dei quali solo il 18,2% ha conseguito un titolo di studio terziario. C’è una bella differenza: 53.607 donne e 36.472 uomini; il 27,9% contro il 18,2%.

Per la cronaca il differenziale di genere nella quota di laureati, tra i 25 e i 49 anni, è elevato, e sempre a favore delle donne in Lombardia: 34,5% delle donne rispetto al 24,7% dei maschi.

Insomma le donne laureate superano gli uomini per una decina di punti percentuali, 9,7 nel caso della provincia di Brescia.

I dati dell’Istat permettono di analizzare il grado di istruzione anche nel dettaglio comunale evidenziando condizioni assai differenziate nei centri bresciani con un gap di genere, a vantaggio delle donne, che supera i 15 punti percentuali in una ventina di comuni, con punte più elevate, oltre 20% di laureate in più rispetto ai maschi, in piccoli centri della montagna interna: Valvestino (37,8%), Paspardo, Braone, Vezza d’Oglio, Cedegolo, Sellero, Treviso Bresciano (20,1%).

Tuttavia, il vantaggio femminile non si traduce in analogo vantaggio in ambito lavorativo. Il tasso di occupazione per i bresciani con da 35 a 49 anni, nel 2023, è nell’ordine del 84,9%, un valore che vale il 95,2% per i maschi a fronte del 73,9% delle femmine: oltre 20 punti percentuali di differenza. Le ragioni di questa condizione sono molteplici. Di certo incide il fatto che le attività di cura familiare - specie in assenza di servizi come gli asili nido - gravano soprattutto sulle donne. Poi, indubbiamente, ci sono aspetti culturali che sono duri a morire. L’angelo del focolare oggi ha magari la laurea appesa alla parete, ma evidentemente questo non basta per correre alla pari nel mercato del lavoro. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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