Criticità territoriali: più di 200 ettari «erosi» in un anno

Brescia nell'ultimo anno è seconda sola a Roma tra le province italiane in cui maggiore è l’incremento del consumo di suolo
Un cantiere - © www.giornaledibrescia.it
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Neanche il Covid ferma il consumo del suolo. Questo è quanto emerge dai dati contenuti nel rapporto 2021 dell’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Il consumo di suolo in Italia continua a trasformare il territorio nazionale con velocità elevate. Nel 2020 le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 56,7 km quadrati, ovvero, in media, più di 15 ettari al giorno, quasi 2 metri quadrati di suolo ogni secondo. Tali superfici sono sostituite da nuovi edifici, infrastrutture, insediamenti commerciali, logistici, produttivi e di servizio e da altre aree a copertura artificiale all’interno e all’esterno delle aree urbane. Una crescita delle superfici artificiali solo in parte compensata dal ripristino di aree naturali, pari quest’anno a 5 km quadrati, dovuti al passaggio da suolo consumato a suolo non consumato.

In Lombardia cresce la cementificazione

Il dato rimane particolarmente elevato in Lombardia che, nel 2020, ha consumato altri 765 ettari di suolo ed è la prima regione sia per l’incremento del consumo netto che per la quota percentuale di suolo consumato sulla superficie totale (12,1%), valore che nell'ultimo anno è cinque punti sopra la media nazionale (7,1). Di questi 765 ettari ben 214,5, il 28 % del totale, è stato consumato in provincia di Brescia che, nell'ultimo anno, è seconda sola a Roma (271,4 ettari) nella considerazione delle province italiane in cui maggiore è l’incremento del consumo di suolo. Peraltro, nell’anno della pandemia, l’incremento del consumo di suolo in provincia di Brescia risulta superiore ai 184 ettari dell’anno precedente.

Relativamente elevata nella nostra realtà è la quota percentuale di suolo consumato che, nel 2020, si attesta al 10,4%, valore superiore al dato medio nazionale (7,1%) ma tuttavia inferiore alla media lombarda (12,1%) dove comunque la nostra provincia è, nonostante tutto, tra le meno «consumate», con Sondrio (2,6%), Pavia (9,5). Peraltro anche nell’ambito del territorio provinciale si evidenziano dati assai eccentrici considerando i due principali parametri osservati: la quota percentuale di suolo consumato sul totale della superficie e l’incremento netto nell’ultimo anno.

EMBED [Consumo di suolo: la tabella]

L’incremento netto del suolo consumato nel 2020 nel bresciano corrisponde a 214 ettari, ma si concentra in una decina di comuni che superano i 5 ettari nell’anno: Lonato del Garda (28,13), Ghedi (22,04), Castrezzato (18,33), Calcinato (16,49) , Pontevico (9,44) e con valori decrescenti Castegnato, Rezzato, Montichiari, Verolanuova e Desenzano del Garda. In questi dieci Comuni si è consumato più della metà del totale provinciale.

Sempre nel 2020, 33 Comuni hanno consumato da 1 a 4 ettari, 76 centri meno di un ettaro, 84 Comuni non consumano suolo e due centri, Brescia (-5,54 ettari) e Montirone (-0,07), recuperano suolo precedentemente consumato. Il dato annuale del consumo del suolo è tuttavia una variabile congiunturale poiché nel 2019 in testa alla graduatoria dei Comuni con maggiore consumo c'erano Lonato (21,26) e Ghedi (12,57), confermati nel 2020, seguiti da Montirone (11,21) e Brescia (10,33) virtuosi nel recuperare suolo nell’anno successivo. Quello che tuttavia rappresenta il dato strutturale è la parte di territorio consumato sul totale della superficie che nel 2020 si attesta al 10,4%.

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