Cosa si intende per «Qualità della vita», la presentazione dell’11esimo report
«La vita è come un piatto: è un’alchimia. Affinché sia felice è necessario che vengano pesati vari ingredienti. È tutta questione di impasto».
Ospite
Marisa Laurito, bresciana acquisita, si muove su un terreno a lei congeniale per esprimere il proprio concetto di qualità della vita. E da ospite d’eccezione della presentazione dell’11esima edizione dell’indagine omonima esprime riflessioni sempre più sentite in una società frenetica e in fermento come quella attuale. «La qualità della vita è la giusta equidistanza tra l’armonia psicofisica e i servizi dello stato – racconta l’attrice partenopea –. Anche se leggo spesso che a Napoli la qualità della vita è pessima, per me lì c’è davvero un mix di armonia tra le persone, di cibo buono e di bellezze che ti fanno vivere meglio. E ho trovato le stesse atmosfere anche qui».
Laurito – che ha recentemente realizzato un documentario Rai proprio su Brescia – racconta: «Quando sono arrivata qui sono rimasta sorpresa: io pensavo ad un luogo pieno di fabbriche e comignoli, invece ho trovato una città antica e molto carina, piena di bellezze nei dintorni». Non solo ricchezza e servizi ma anche libertà e felicità, insomma. Ecco il segreto della ricetta di una migliore qualità della vita per Marisa Laurito. Un principio già declamato tempo fa da un altro napoletano, uno dei più grandi scrittori italiani contemporanei: Erri De Luca.
Elefante nella stanza
Lo spazio talk guidato dal direttore del Giornale di Brescia Nunzia Vallini è stato uno dei momenti della composita presentazione del report al Museo Diocesano, quello capace di dare materia agli studi e alle analisi. Ma in una serata dal forte impatto contenutistico è stata sciorinata solo una parte della mole di dati (un milione) contenuta nell’indagine. Dall’ambiente all’economia, dal tenore di vita ai servizi, dal tempo libero alla sicurezza. E poi l’elefante nella stanza: la popolazione.
La grande questione del futuro che è già quella del presente. Le previsioni raramente mentono (così tanto): e le più recenti dicono che nel 2043 – a fronte di 45mila bresciani in più – si conteranno 9mila giovani in meno e 71mila persone in età lavorativa in meno. In compenso aumenteranno di 124mila unità gli over 65.
«Siamo passati da una visione cruda della demografia alla centralità per il nostro futuro – conferma in questa visione Pierpaolo Camadini, presidente dell’Editoriale Bresciana –. Oggi non possiamo affrontare il futuro senza conoscere il nostro presente e senza assumerci la responsabilità di fare progetti e dare delle prospettive. Ecco perché credo in questa ricerca: può dare tanto alla nostra comunità».
Partner
Il documento, che dopo 11 anni rappresenta ormai uno strumento storico per la statistica bresciana, deve la sua longevità anche alle tante realtà che credono nell’utilità dello strumento. C’è la storica vicinanza di Bper, confermata anche per il prossimo anno dal responsabile della direzione territoriale Lombardia e Triveneto della banca Maurizio Veggio per dare continuità ad «uno strumento di lavoro che ci consente di capire come si evolve il territorio e che serve agli enti locali per individuare i punti di arrivo». Ma quest’anno il parterre dei partner è cresciuto: oltre alla storica Bper Banca, a sostenere la ricerca sono anche Vezzola, Coldiretti, Cisl, C.B.B.O., Ance, Cape ed Eseb. «Nessuno ha una ricetta – è intervenuto ieri il segretario della Cisl Brescia Alberto Pluda –, ma credo che questo lavoro sia importante affinché le parti sociali, le istituzioni e tutta la comunità lavorino in una rete di prossimità. Leggendo i dati la prima sensazione che si prova è un brivido lungo la schiena e ci si chiede: il sistema del welfare reggerà? Tutti gli stakeholder del territorio devono porsi questa riflessione come priorità».
Sulla stessa linea Fabio Rizzinelli, vicepresidente di Ance Brescia: «Queste analisi ci inducono a ragionare sulla direzione in cui deve andare il territorio. Non a caso da alcuni anni abbiamo provato a mettere a disposizione le nostre competenze con Fondazione Campus Edilizia Brescia». Emblema della rete di comunità è C.B.B.O., che serve 17 comuni della provincia e ottiene risultati importanti sulla raccolta differenziata e sulla rinascita dei negozi di vicinato nei paesi. «Ci riusciamo tenendo alta l’attenzione e comunicando ai cittadini, sia ai più giovani nelle scuole che agli adulti. Il porta a porta della raccolta rifiuti è un servizio che costringe le persone a pensare, per fare la differenza».
E si può fare la differenza anche e soprattutto in montagna, che progressivamente si sta sgretolando di umanità. «Eppure queste zone hanno una funzione essenziale – spiega Laura Facchetti, presidente di Coldiretti Brescia –. Non rappresentano solo prodotti d’eccellenza, ma presidi dell’ambiente. Quando chiediamo misure specifiche per chi vive nelle aree interne e per i giovani che in montagna vogliono rimanere, è questione di tutela del territorio».
Primo passo
Eccola, la rete. Di sviluppo, di comunicazione, di protezione. Ha risposto ieri all’appello del Giornale di Brescia per riflettere insieme sulla società di oggi e per costruire il futuro con consapevolezza. Come in una sorta di enorme tavola rotonda, pezzi interi della provincia sotto l’egida della «Qualità della vita» si sono ritrovati faccia a faccia nel cuore della città per uno scambio reciproco di informazioni e riflessioni: chi siamo? E chi saremo? In fondo è proprio questo il punto di partenza per offrire alla nostra società una migliore qualità della vita.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.