Via libera all’autonomia differenziata, le reazioni dei deputati bresciani

La Redazione Web
Per Bordonali (Lega) si tratta di un «provvedimento che unisce», mentre Girelli (Pd) replica: «Ora la parola al popolo»
La votazione alla Camera per l'autonomia differenziata - Foto © www.giornaledibrescia.it
La votazione alla Camera per l'autonomia differenziata - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Con il voto dell’assise di Montecitorio, l’autonomia differenziata è legge. Sono differenziate anche le reazioni dei deputati bresciani, tra la maggioranza che supporta il provvedimento e l’opposizione fortemente critica.

«L’Autonomia è il simbolo del riscatto della Lombardia e di tutto il Paese – dichiara Simona Bordonali della Lega, partito che il provvedimento lo ha fortemente voluto –. Significa offrire a tutti le stesse condizioni per poter gestire al meglio le proprie risorse, per esprimere il proprio potenziale, avvicinando i cittadini ai livelli decisionali e mettendo a frutto le diversità di ogni regione. A differenza di chi continua a veicolare fake news per paura dell’Autonomia, uniamo il Paese, dando forza a chi fino ad oggi ha fatto più fatica, riducendo i divari territoriali e rafforzando i risultati di chi ha dimostrato capacità di gestione dei propri territori e delle risorse a disposizione. Felici per questo risultato storico».

«È una riforma che porta verso una maggiore modernità dei territori locali e del nostro Paese – è il parere di Cristina Almici di Fratelli d’Italia –. Nel 2017 milioni di abitanti di Lombardia e Veneto con i referendum consultivi decisero che volevano aumentare l’autonomia a livello regionale per migliorare e rendere più efficienti i servizi. Per questo ora stiamo attuando una riforma che non fa altro che dare maggiore autonomia al territorio, cercando di coniugare quello che è invece un senso di unità nazionale. Ora lo Stato dovrà definire i valori da assegnare ai singoli Lep che garantiranno anche l’erogazione dei servizi a livello locale. Questa sarà la garanzia anche per le Regioni del Sud della possibilità di diventare più autonome e più indipendenti. Ventitré sono le materie sulle quali si potrà richiedere maggior autonomia; adesso spetterà a ognuna delle singole Regioni decidere quali spazi ritagliarsi».

Critico Fabrizio Benzoni di Azione: «L’autonomia differenziata è l’ennesimo provvedimento bandiera, un provvedimento privo di contenuti e soprattutto di risorse. Il ministro Calderoli stesso ha detto che non sa quanti soldi serviranno per finanziare i livelli essenziali di prestazione, ma soprattutto si è detto lui stesso non d’accordo sulle materie che vengono delegate alle regioni: pensate che a fare un accordo con il Canada, potrebbero essere la Basilicata e il Molise e non il nostro Paese».

«L’approvazione del provvedimento Calderoli rappresenta la seconda parte di un patto tra Lega e Fratelli d’Italia. Laddove alla Lega è stato detto: ’Avanti con l’autonomia’ mentre al Senato si consumava la vicenda del premierato – spiega Gian Antonio Girelli del Pd –. Si continua a investire su regioni che spesso sono carrozzoni incapaci di gestire le partite che già loro competono: per quanto riguarda la Lombardia – continua Girelli, già consigliere di opposizione al Pirellone – l’esempio è quello dei trasporti, con i treni lombardi non in grado di offrire un servizio degno ed efficiente. Forse è il caso di lasciare fare ad altri quello che non sa fare Regione Lombardia o, meglio, chi amministra la Regione da trent’anni. Chi governa il Paese e ha la maggioranza deve ricordarsi che rappresenta oggi una minoranza degli aventi diritti al voto e della popolazione: non può quindi prendere scorciatoie autoritarie, non può cercare di semplificare le cose dicendo che basta un voto in più per poter dettare, con le regole, le regole del gioco. Il referendum può fermare l’involuzione democratica che questa riforma può significare».

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