Raccolta fondi «Un faro di speranza da Brescia al Libano»: come donare
«L’unica vera alternativa al conflitto per preparare la rinascita della speranza è la pace». Così Mario Mauro, già ministro della Difesa, intervenuto al convegno «Libano. Riflessioni e testimonianze sul dialogo per la pace in Medio Oriente con un aiuto concreto per la popolazione libanese» organizzato dall’associazione La Speranza Odv fondata nel 2022 dalla libanese, ma bresciana d’adozione, Amal Baghdadi, con altri professionisti italiani e libanesi per aiutare il Paese dei Cedri e il suo popolo anche raccogliendo fondi.
Devastazione e disperazione si aggiungono a prostrazioni, fame e dolore in Libano, dopo che Israele ha cominciato a bombardare Beirut e altre zone da fine settembre. Il Paese «era già in agonia» a causa della grave crisi economica che lo aveva colpito dal 2019 e dell’esplosione al porto di Beirut nell’agosto 2020.
La raccolta fondi
Ma oggi ci sono due milioni di libanesi profughi nel loro Paese, ovvero costretti a lasciare le loro case e a spostarsi a Nord. Manca tutto, ma soprattutto mancano le medicine negli ospedali come nei dispensari sul territorio. Per questo l’associazione, come ha spiegato la Baghdadi, ha promosso ora il progetto «Un faro di speranza da Brescia al Libano», per raccogliere risorse e inviare farmaci in Libano e distribuirli ai dispensari e a un ospedale che Amal conosce direttamente o attraverso il responsabile dell’associazione in Libano, Georges Douaihi.
Al progetto hanno già aderito varie realtà come Fondazione San Benedetto, Pro Terra Sancta, Punto Missione, Mandacarù, Fondazione Asm, Fondazione Cogeme, Movimento dei Focolari. «La mia esperienza quarantennale con il Libano è iniziata nel 1980 quando ero studente – ha ricordato l’ex ministro –. Allora il Libano era la perla del Mediterraneo. Poi la guerra civile, le incursioni di Israele, la nascita di Hezbollah, uno Stato dello Stato, legato a doppio filo all’Iran, hanno portato a quel che sta avvenendo oggi. Attaccando Hezbollah, Israele attacca l’Iran e fa il lavoro sporco che i Paesi arabi non hanno il coraggio di fare».
Mauro è stato lapidario: «Viviamo un tempo pericolosissimo, quel tempo storico in cui si scopre che fare la guerra è più conveniente che fare la pace. Intorno ad un Paese piccolissimo ci sono interessi enormi. Che cosa si può fare per riportare i pilastri primigeni della convivenza civile? È necessario che quella piccola comunità e la comunità internazionale si spendano per una soluzione, assumendosi la responsabilità. Questo è il senso della missione affidata all’Onu e al contingente italiano in Libano. Siamo chiamati alla responsabilità affinché un dialogo ricostruisca la possibilità della pace».
Graziano Tarantini, presidente della Fondazione San Benedetto, ha ripercorso le sue esperienze in Libano e in Siria e gli interventi solidali della Fondazione nei due Paesi: «Nel 2016 siamo andati in Libano perché c’erano due milioni di profughi siriani e abbiamo ristrutturato una scuola –ha rammentato – . Nel 2017 andai ad Aleppo e quello che mi colpì furono i duemila bambini senza un’identità, disconosciuti perché figli delle donne violentate dai terroristi». Michele Brescianini, presidente di Punto Missione, ha ricordato: «Operiamo dal 1999 in Libano. Abbiamo in loco libanesi che aiutano famiglie connazionali».
I dispensari
Ecco i 6 dispensari che saranno sostenuti con la raccolta fondi e il progetto:
- Al Nadwah Organization Dispensary – Qumatieh, Monte Libano
- Pro Terra Sancta Dispensary – Mina, Governatorato del Nord
- Saint Charbel Youth Dispensary – Harf Ardeh, Distretto di Zgharta, Governatorato del Nord
- The Sisters of Charity – Zgharta, Governatorato del Nord
- Social and Cultural Dispensary of Barja – Governatorato del Chouf
- Centre 4 Auguste Médico Sociale Dispensary, Karantina Mdawar, Governatorato di Beirut
Come donare
Iban IT79X0501811200000017230673 - ETICIT22XXX (Banca Popolare Etica, filiale Brescia). Si può beneficiare di detrazioni del 35% per i privati e del 10% per enti e società.
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