Politica

Provincia, il centrosinistra: «Consultazioni? Tutti insieme o nulla»

Zanardi (Pd), Trentini (Sinistra) e Garza (Azione) andranno da Moraschini lunedì come coalizione. Ieri è toccato a Forza Italia
La prima seduta del Consiglio provinciale si terrà martedì 15 alle 11.30 - © www.giornaledibrescia.it
La prima seduta del Consiglio provinciale si terrà martedì 15 alle 11.30 - © www.giornaledibrescia.it
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Alla fine i faccia a faccia più «tribolati» sono scivolati ai primi giorni della prossima settimana. Ma i tormenti del presidente Emanuele Moraschini (alias: le consultazioni politiche per capire se fare ripartire la Provincia nel segno delle larghe intese o, al contrario, con una regia puramente di centrodestra) sono ufficialmente iniziati.

Da mercoledì (ieri) a mercoledì (prossimo), i rappresentanti delle segreterie sono chiamati ad esporre desiderata e veti, esigenze e priorità per capire quale strada imboccare per non inceppare un ente già azzoppato dalla riforma più incompiuta di sempre: la Delrio, che ha bollato le Province di «secondo livello», lasciando però in eredità competenze non altrettanto secondarie (strade, scuole, ambiente).

Equilibri

Le convocazioni sono state organizzate senza un criterio particolare: si è seguita la disponibilità delle rispettive agende. Ma questo rimane l’unico aspetto senza strategia dietro le quinte: i partiti (tutti) si stanno infatti confrontando da giorni, più o meno ufficialmente e più o meno in assetto di coalizione. L’obiettivo è capire su quali principi non cedere e, a cascata, quali proposte bocciare come irricevibili.

L’esordio è stato come un’amichevole: ieri il presidente si è trovato a tu per tu con il segretario provinciale di Forza Italia, Marco Ferretti, e - almeno sulla carta - gli azzurri non sono tra gli ultras del divorzio breve con il centrosinistra. Certo è, però, che fuori dall’ufficialità qualche mal di pancia per come si è sviluppato (o, meglio, per come non si è sviluppato) il mandato precedente, in sottofondo (ma neppure troppo), c’è: in tanti (non solamente in casa Forza Italia, ma nell’intero centrodestra) lamentano una ingessatura programmatica non più replicabile. E c’è chi la ascrive direttamente al «governissimo». La teoria è questa: le larghe intese impongono un equilibrismo che fa perdere d’incisività provvedimenti necessari.

Agenda

(Anche) per questo il numero uno di Palazzo Broletto ha insistito per iniziare la lunga marcia delle consultazioni dal programma, tenendosi in questa fase a debita distanza dal polverone delle deleghe da assegnare. E, in sostanza, i punti cruciali sui quali verificare se un nuovo «patto operativo» può esserci oppure no sono chiari.

Eccoli: ciclo idrico (tenendo conto che in entrambi gli schieramenti non c’è esattamente la stessa visione e che in ballo c’è l’aumento delle tariffe da deliberare); Piano territoriale di coordinamento provinciale (il «famoso» Ptcp, in stand-by da anni); infrastrutture (con la Regione alle prese col nuovo Piano della mobilità); il dossier Piano nazionale di ripresa e resilienza da portare a termine a passo spedito; l’affaire depurazione e, infine, l’eterno capitolo dell’aeroporto di Montichiari.

Strategie

La prossima, si diceva, sarà la settimana scottante. Lunedì 14 varcheranno la soglia non solo i rappresentanti di Lombardia Ideale (la civica di centrodestra), ma anche i segretari del centrosinistra. Ecco il primo braccio di ferro, il primo «cartellino rosso»: da Michele Zanardi (Pd), Luca Trentini (Sinistra) e Marco Garza (Azione) è arrivato il niet alle consultazioni in solitaria.

Il messaggio è stato questo: «O tutti insieme, o niente, siamo un fronte unito». Una «deroga» che ha più il sapore di una condizione senza margini di trattativa, insomma. Anche perché la minoranza non vuole rischiare di farsi prendere in contropiede: l’obiettivo del centrodestra è scalfirla sia attraverso il programma, sia attraverso i colloqui privati con i consiglieri eletti, sia attraverso l’attribuzione delle deleghe, ossia la fase che più manda in tachicardia i diretti interessati. Se infatti la Lega è più orientata sullo strappo, Fdi punta più sulla crepa interna. Ed è chiaro che il campo largo ha due ostacoli da superare: quello dell’agenda e quello del peso delle deleghe, due fronti sui quali il centrosinistra dovrà calibrare bene quale sia la soglia da cui considerare le proposte degli avversari «irricevibili». Insomma, il percorso è ancora lungo: alla Lega toccherà confrontarsi martedì 15 (giorno in cui, alle 11.30, è convocato anche il Consiglio), mercoledì a Fratelli d’Italia. E poi si riparte con nuove strategie. Dentro e fuori le coalizioni.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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