Jahier: «L’Europa ha gli anticorpi per vincere le sfide del futuro»
L’Europa è uno straordinario progetto politico nato sulle ceneri di due guerre mondiali. E nella legislatura che si va chiudendo ha dimostrato di avere una cassetta degli attrezzi per vincere le sfide future.
Ne è convinto Luca Jahier, giornalista, politologo, economista, esperto di terzo settore e cooperazione internazionale, già presidente del Cese, il Comitato economico e sociale europeo, che nel suo libro, presentato alle Acli, «Fare l’Europa, fare la pace. Riflessioni e provocazioni per evitare il collasso europeo», descrive quale rotta deve seguire l’Europa per evitare il collasso e giocare un ruolo di primo piano a livello internazionale.
I pericoli ci sono: la retorica sovranista, il cambiamento climatico, le migrazioni epocali, le guerre, le crisi del nostro modello economico, contraddizioni culturali e rivendicazioni sociali.
«Avvertivo l’esigenza di provare a restituire qualcosa di quello che avevo capito in vent’anni nelle istituzioni europee - premette l’autore e candidato al Parlamento europeo con il Pd alle elezioni di giugno -. Sono stato presidente del Cese dal 2018 al 2020. Eravamo alla vigilia delle elezioni europee in cui si temeva la preponderanza dei sovravinisti. Il secondo motivo per il quale ho scritto questo libro, sempre alla vigilia delle elezioni, è che temevo non ci fosse la coscienza di quanto fatto. Alcune forze politiche tendono ad archiviare questa stagione e i risultati ottenuti».
Ci sono i pericoli ma Jahier propone «un’agenda di speranza» per l’Europa 2030. «Abbiamo gli anticorpi per vincere le nuove sfide - spiega - . In questa legislatura abbiamo fatto cose straordinarie. Pensiamo al Green deal e alla risposta al Covid. È arrivata la guerra e siamo riusciti a non frammentarci».
Ora l’Europa «deve avere il coraggio di svoltare. Gli Stati Uniti ci dicono che è ora che l’Europa diventi grande e garantisca la propria difesa . sottolinea Jahier - . Dobbiamo assicurarci l’autonomia energetica e costruire un modello di sovranità strategica a livello economico. L’Europa deve prepararsi a un mondo che è cambiato. Bisogna avere il coraggio di fare altri salti per i quali saranno necessari investimenti aggiuntivi».
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