Israele bombarda il cuore di Beirut, 15 morti e decine di feriti

Raid di notte in pieno centro: nel mirino era finito Haydar, uno dei leader di Hezbollah
Soccorritori cercano superstiti nel palazzo bombardato a Beirut - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Soccorritori cercano superstiti nel palazzo bombardato a Beirut - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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L'obiettivo sarebbe fallito, ma il massiccio attacco israeliano con bombe anti-bunker nel quartiere centrale di Basta el-Faouqa a Beirut, alle 4 del mattino di ieri, ha provocato il crollo di un edificio di 8 piani, 15 morti e decine di feriti. Il raid è arrivato senza preavviso, il portavoce in lingua araba dell'Idf non ha inviato alcun messaggio ai civili per chiedere di evacuare per tempo, lasciando immaginare che il bersaglio fosse di grosso calibro.

Una fonte israeliana ha confermato che nel mirino c'era Muhammad Haydar, considerato il sostituto del capo di stato maggiore di Hezbollah Fuad Shukar, ucciso in estate, unico comandante anziano rimasto in vita del consiglio della Jihad. Haydar è ritenuto il responsabile di tutti i progetti militari classificati che Hezbollah gestisce attraverso la forza Quds iraniana, oltre che per il trasferimento di armi dall'Iran attraverso la Siria.

Qassem

Fonti libanesi hanno ipotizzato che l'Iaf mirasse ancora più in alto, cioè a Qassem, successore alla guida del partito di Dio di Nasrallah, ucciso (con bombe anti bunker, dello stesso tipo usato a Beirut) a settembre. Non ci sono conferme, ma i funzionari israeliani hanno riferito in forma anonima al notiziario saudita al Hadath che il tentativo di assassinare il capo delle operazioni di Hezbollah è fallito. Mentre l'edificio veniva colpito, i caccia israeliani hanno lanciato diverse ondate di attacchi contro obiettivi dell'organizzazione sciita nella roccaforte di Dahiyeh, alla periferia sud di Beirut.

Secondo il ministero della Sanità libanese, ieri almeno 30 persone sono state uccise in attacchi israeliani nel sud e nell'est del Paese. Il Libano è stato al centro di un incontro fra il capo del comando centrale Usa Kurilla, arrivato in Israele, e il capo di stato maggiore Herzi Halevi. E anche della telefonata tra Lloyd Austin e il ministro degli Esteri Katz: il Pentagono ha riferito che il segretario alla Difesa Usa ha sottolineato l'importanza di «garantire la sicurezza e l'incolumità delle forze armate libanesi e delle forze Unifil», anche su richiesta degli alleati, tra cui l'Italia.

La questione è stata anche affrontata in una telefonata tra il primo ministro libanese Mikati e la premier italiana. Mikati ha assicurato a Meloni che il Libano è impegnato a indagare sull'attacco «inaccettabile» ai peacekeeper, per il quale Roma e l'Unifil hanno accusato Hezbollah. «Spero che questo sfortunato evento non influisca sulla vostra determinazione a sostenere il Libano né sul vostro ruolo cruciale nell'aiutarci a raggiungere un cessate il fuoco», ha sottolineato Mikati. Austin ha ribadito l'impegno di Washington per una soluzione diplomatica in Libano.

Le fonti

Sulla questione, fonti israeliane hanno dichiarato ai media locali che «ci sono buone probabilità che i negoziati per il cessate il fuoco vengano completati la prossima settimana», dopo che nei giorni scorsi l'inviato della Casa Bianca Amos Hochstein ha incontrato a Gerusalemme Netanyahu e prima ancora a Beirut il governo libanese e il presidente del Parlamento Berri, alleato e negoziatore per Hezbollah.

Secondo le stime degli analisti israeliani, se verrà firmato l'accordo, è abbastanza chiaro che Hezbollah cercherà di trarre vantaggio dai lavori di ricostruzione per creare nuove infrastrutture e riarmarsi dopo i gravi colpi subiti dall'Idf con l'Iran che proverà a ripristinare la potenza di fuoco del suo principale alleato, trasferendo missili di precisione, droni e strutture per la fabbricazione di armi.

Sul fronte di Gaza, Abu Obeida, portavoce delle brigate al-Qassam, l'ala militare di Hamas, ha dichiarato che una «donna israeliana in ostaggio nel nord della Striscia è stata uccisa dai raid dell'Idf, mentre la vita di un'altra prigioniera che era con lei è ancora in pericolo». E ha pubblicato su Telegram una foto sfocata del cadavere dell'ostaggio. L'esercito ha detto che sono in corso verifiche.

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