Il presidente Moraschini: «Basta giocare con le Province»

Un emendamento di Fratelli d’Italia al decreto elezioni prevede sfiducia e nuove votazioni: «Serve una riforma seria»
Palazzo Broletto, sede dell'amministrazione provinciale - © www.giornaledibrescia.it
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Il primo a gridare allo scandalo è stato il presidente dell’Upi (Unione Province d’Italia), che non ci è andato troppo per il sottile: «Serve una coerenza che, da anni, non vediamo da parte di Parlamento e governo» è il messaggio piccato.

Il pomo della discordia è lo stesso ormai da oltre un decennio: il ruolo e il futuro delle Province. A riposizionarlo in testa alle priorità, adesso, è un emendamento al decreto elezioni presentato da Fratelli d’Italia: il testo prevede che, una volta raggiunta la maggioranza assoluta dei voti, si possa sfiduciare il presidente e procedere con lo scioglimento del Consiglio.

Una opzione che ha fatto spazientire anche il numero uno del Broletto, Emanuele Moraschini: «Una scelta simile, se portata avanti senza una riforma organica e strutturata, finirebbe per danneggiare ancora una volta i cittadini, i territori e la qualità dei servizi essenziali che siamo chiamati a garantire ogni giorno» è il j’accuse e insieme l’appello a non procedere in quella direzione.

Stallo

Un «no» netto quello di Moraschini, che non censura il suo dissenso di fronte ai loghi di partito. La scaramuccia politica, stavolta, si consuma infatti tutta in casa: non solo dentro il perimetro del centrodestra, ma proprio dentro il perimetro di Fratelli d’Italia visto che l’emendamento porta la firma dei parlamentari Mariangela Matera e Domenica Spinelli. «In un momento in cui le Province stanno già affrontando una fase delicata e complessa, l’eventuale approvazione dell’emendamento rischia di generare ulteriore instabilità, senza però affrontare alla radice le criticità del sistema elettorale provinciale - rimarca Moraschini -. Siamo preoccupati. Da anni chiediamo una revisione seria del sistema elettorale delle Province, che ripristini la rappresentanza diretta e preveda una durata omogenea dei mandati istituzionali, in linea con le altre cariche pubbliche».

L’attuale sistema, con Consigli provinciali in carica per due anni e presidenti eletti per quattro, «è incoerente: introdurre in questo contesto la mozione di sfiducia significherebbe solo acuire le tensioni e compromettere ancor di più la continuità amministrativa».

In effetti, ciclicamente, tutti parlano della riforma delle Province ma nessuno, alla fine, la attua, complice la convinzione che non sia una mossa «cattura voti». Eppure a bocciare l’eterna incompiuta riforma Delrio ci aveva pensato il referendum del 2014: sono passati undici anni e nulla è cambiato, se non che gli enti di secondo livello hanno il fiato sempre più corto, il portafoglio sempre più vuoto e responsabilità non di poco conto di cui farsi carico (strade, scuole, ambiente e non solo).

Ecco perché Moraschini insiste: «La politica non può continuare a dichiarare che la riforma delle Province è una priorità, senza poi tradurre questo in azioni concrete. Auspico dunque che in Senato prevalga il senso di responsabilità istituzionale, che si ascoltino le istanze dei territori e che l’emendamento venga ritirato». Parola a Fratelli d’Italia.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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