Il Comune di Gussago ha revocato la cittadinanza onoraria a Mussolini

Federico Bernardelli Curuz
La delibera è stata discussa ieri sera in consiglio comunale. Il conferimento risale al 16 maggio 1924
Benito Mussolini a Gargnano
Benito Mussolini a Gargnano
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Il Comune di Gussago lunedì sera, in occasione della seduta del consiglio comunale, ha revocato la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Un atto che segue quanto già anticipato dal sindaco di Gussago, Giovanni Coccoli, nel maggio dello scorso anno, quando avevamo dato notizia del ritrovamento esattamente a cento anni di distanza del documento di conferimento della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini datato 16 maggio 1924 (e dell’intenzione da parte dell’attuale Amministrazione di revocare tale atto), negli archivi storici del Comune.

Il documento firmato dal commissario prefettizio nel 1924 - © www.giornaledibrescia.it
Il documento firmato dal commissario prefettizio nel 1924 - © www.giornaledibrescia.it

Il dibattito in aula

Approvata con voto favorevole da Gussago Insieme e Pd, la proposta di revoca della cittadinanza ha ricevuto il voto di astensione della lista Stefano Quarena Sindaco. «Pur condannando fermamente il fascismo e ribadendo le forti innegabili responsabilità di Mussolini riteniamo che la revoca non sia la risposta adeguata – ha detto Quarena –. Noi proponiamo di affiancare alla cittadinanza una spiegazione critica, promuovendo una educazione alla memoria che affronti il periodo fascista in modo critico e responsabile».

«Con questa azione – ha risposto Coccoli – non intendiamo cancellare la storia nè esimerci dal fare i conti con essa. I documenti rimangono e rimarranno una preziosa testimonianza storica che ci porta a riflettere che anche Gussago come l’Italia tutta fu, almeno in parte, fascista per convinzione, convenienza o forzatamente. La stessa Gussago che 20 anni dopo avrà un ruolo attivo nella resistenza».

Valeria Benedetti, Pd, ha dichiarato: «Con questo atto vogliamo guardare al futuro che, per quando carico di incertezze e dubbi, intendiamo consegnare alle prossime generazioni privo dei semi dell’odio e dell’intolleranza che erano invece a fondamento del fascismo».  

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