Germania alle urne, addio a Scholz: vincono i cristiano-democratici di Merz

La Redazione Web
L’Spd di Scholz è crollato al 16% mentre Afd raddoppia i consensi con il 20% dei voti dei tedeschi
Fridrich Merz - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Fridrich Merz - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Le elezioni tedesche hanno registrato un'affluenza record, pari all'84%, la più alta dal 1990. Per la Spd si tratta del peggior risultato dal Dopoguerra, viceversa il 20% di consensi raccolto da Afd è il miglior risultato – sempre dal Dopoguerra – per una forza di estrema destra in Germania.

Gli exit poll diffusi dalla Zdf assegnano 187 seggi al Bundestag alla Cdu/Csu, 131 ad Afd, 108 all'Spd, 79 ai Verdi, 59 alla Linke e 33 a Fdp e Bsw, qualora confermassero di aver raggiunto la soglia di sbarramento del 5%. In caso contrario, i voti dei due partiti verrebbero redistribuiti tra le altre forze politiche

«Quella di stasera è un'amara sconfitta. E questo va detto in modo chiaro. Ma sulla base di questo risultato dobbiamo andare avanti insieme». Con queste parole Olaf Scholz si è assunto la responsabilità del crollo dei socialdemocratici alle urne, precipitati al 16% rispetto al 25,7% del 2021. 

Friedrich Merz

Erede non sempre in linea con Angela Merker, il più che probabile futuro cancelliere è dunque Friedrich Merz, che ha sospinto la Cdu molto più a destra, specialmente sulla politica sull'immigrazione, tanto che il mese scorso la Cancelliera di ferro lo ha pubblicamente rimproverato per essersi affidato al sostegno dell'estrema destra per approvare una mozione sull'immigrazione in parlamento. A 69 anni, sarebbe il cancelliere più anziano della Germania da Konrad Adenauer nel 1949.

Convinto sostenitore dell'Alleanza Atlantica, Merz ha nelle ultime settimane comunque messo in dubbio l'affidabilità degli Stati Uniti in seguito alle recenti prese di posizione del presidente Donald Trump e del vicepresidente Vance. Sostiene l'aumento della spesa per la difesa, ma ha suggerito di tagliare i benefici ai rifugiati ucraini in Germania. Si prefigge soprattutto di risolvere la crisi di bilancio del suo paese e l'economia in stallo.

Le trattative per la formazione del nuovo governo potrebbero richiedere più tempo del previsto. La Cdu e il suo partito gemello bavarese, la Christian Social Union, hanno bisogno di uno o più partner di coalizione per ottenere la maggioranza. E dato che Merz ha confermato di mantenere il firewall nei confronti dell'AfD, le combinazioni più probabili sono la Grande coalizione con il Partito socialdemocratico del cancelliere uscente Olaf Scholz o un governo con i Verdi. Un Governo che impiegherà anni per recuperare il terreno perduto nell'economia e nei rapporti con gli alleati.

A tal proposito, per il segretario generale dell'Spd Matthias Miersch quella del partito «è stata una sconfitta storica, ed è una serata amara per noi. La coalizione semaforo è stata bocciata» ha ammesso, e alla domanda sulla possibilità di far parte del prossimo governo, in coalizione con con i conservatori, ha risposto: «L'ultima parola dovranno averla gli iscritti».

Il cancelliere uscente

Ciò che sembra già scritto invece è l'epilogo della lunga carriera politica del cancelliere uscente: 67 anni, attivo in politica fin da studente, la sua famiglia è stata da sempre l'Spd. Una posizione che ha rivendicato con tenacia anche alla vigilia di queste elezioni, cui è arrivato politicamente provato ma determinato, al punto che a 24 ore dall'apertura dei seggi aveva sfidato l'orizzonte cupo tracciato dai sondaggi affermando: «Io non credo nei miracoli, ma nella vittoria». Molti sceglieranno i socialdemocratici, aveva aggiunto, «in modo che noi risulteremo abbastanza forti da far sì che io possa continuare a guidare il Paese».

Non è andata così. In campagna elettorale non si è certo risparmiato. Ma è stato evidentemente troppo tardi. Scholz è stato tacciato di aver mancato di leadership, di non aver tenuto il punto a Bruxelles, di non aver curato quanto dovuto i rapporti con Parigi. Critiche dure anche per la linea tenuta sull'Ucraina: è stato accusato a più riprese di tentennamenti, per paura di Putin.

Il futuro dell’Spd

Non ha retto poi il paragone con Angela Merkel. Se nel 2021 i tedeschi avevano confidato in lui vedendovi una sorta di proiezione dell'amata cancelliere uscente, con la quale aveva collaborato a più riprese nei governi di grande coalizione, il voto ha sentenziato che succedere a Merkel era compito molto più gravoso del previsto.

Il destino di Scholz è quindi segnato, anche dalle parole del presidente della Spd Lars Klingbeil, che nel constatare il deludente esito elettorale ha lanciato un appello a voltare pagina: «Questo risultato comporterà un cambiamento radicale nell'Spd. Non servirà soltanto una riformulazione programmatica ma anche un riassetto sul piano dei dirigenti. Lo dico con assoluta chiarezza – ha rimarcato – servirà un cambiamento generazionale»

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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