Elezioni Usa, voto segnato dalla tensione a Brescia come negli States

Matthew Rosenthal, americano che vive a Brescia, e Andrea Soncina, bresciana che vive in Ohio, raccontano come hanno vissuto la campagna elettorale di Harris e Trump
I due sfidanti: Kamala Harris e Donald Trump
I due sfidanti: Kamala Harris e Donald Trump
AA

Non si conoscono, non si sono confrontati direttamente sulle elezioni americane del 2024, vivono a un oceano di distanza, eppure per descrivere questa campagna elettorale e questo avvicinamento al voto usano la stessa parola: tensione.

Matthew Rosenthal è nato e cresciuto nel Vermont, oggi vive e lavora come insegnate a Brescia. Andrea Soncina ha invece lasciato la nostra città per trasferirsi a Cleveland, in Ohio. Per loro queste sono lunghe ore di attesa, per conoscere l’esito di un voto che «mai come questa volta è stato così incerto».

A Brescia

«Ho votato un mese fa, per posta – racconta Matthew –, dopo essermi registrato nel mio stato di residenza. L’avvicinamento a questo 5 novembre è stato stressante, immagino che non dormirò e seguirò lo spoglio».

Anche se da lontano, da Brescia, ha seguito la campagna elettorale, non solo del Vermont – stato democratico – dove è appunto cresciuto, ma anche del resto del paese dove vivono molti amici e compagni di università. «Rispetto alle altre volte – dice – quest’anno si è percepita più tensione, molta più del solito, soprattutto per la sicurezza. La preoccupazione è per le possibili reazioni dopo l’elezione del nuovo presidente, non so cosa aspettarmi se Donald Trump dovesse perdere». 

A Cleveland

Sicurezza, ma anche immigrazione ed economia sono stati i temi al centro delle campagne repubblicane e democratiche. «Le discriminazioni in particolare sono un argomento che mi tocca da vicino – racconta Andrea Soncina –, perché mio marito è afroamericano e ha quattro figli. Dunque sicurezza, diritti e appunto discriminazioni sono temi che mi stanno molto a cuore». Un’eventuale elezione di Donald Trump alla Casa Bianca la preoccupa, «perché – spiega – anche se quattro anni fa era comunque candidato, molte cose sono cambiate. Il senso di paura è aumentato, c’è più tensione: è come se l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 avesse legittimato la violenza». Racconta che nel suo quartiere, a Cleveland, in Ohio, uno stato repubblicano, nelle ultime settimane sono state fatte saltare le cassette della posta delle case di chi mostrava sostegno ai democratici; alcuni agenti, dice, sono stati indagati per aver fomentato ritorsioni contro i sostenitori di Kamala Harris. Il risultato è stato che «qualcuno per paura ha limitato la propria campagna elettorale».

Scenari

 Diritti, libertà, economia sono stati i temi centrali nelle ultime settimane. «Su questo si è concentrata la comunicazione negli Stati Uniti, ma anche la stampa internazionale – dice Matthew – che ha approfondito le ripercussioni che l’esito del voto avrà anche negli altri paesi». «È difficile dire come andrà a finire – conclude Andrea –, perché è difficile dire se il voto è stato dato più ai partiti o più ai candidati».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@I bresciani siamo noi

Brescia la forte, Brescia la ferrea: volti, persone e storie nella Leonessa d’Italia.