Elezioni Usa: «Solo l’America nei programmi di Trump e di Harris»

A 18 anni, quando in Florida dovette registrarsi per poter accedere al diritto al voto, ad Amy Agostino venne chiesto che partito avesse intenzione di sostenere. «Ero basita, non mi aspettavo la domanda – racconta la ex docente di inglese da 40 anni in Italia -. Tra Repubblicani e Democratici, scelsi la terza opzione: l’Indipendent party».
Da allora si sono susseguite diverse tornate elettorali ma Agostino ha mantenuto inalterato il suo spirito critico, quella tensione che l’ha portata a non schierarsi nè per Trump nè per Harris. «Trump è Trump e basta questo per definirlo – commenta laconica –. Harris invece è una bella donna e poco più, non ha portato in campagna elettorale elementi di valore e non è stata formalmente investita della candidatura dal suo partito tramite le primarie. A sua discolpa c’è da dire che ha avuto davvero poco tempo per preparare un percorso».
Ma questa doppia natura della ex professoressa di inglese, trapiantata a Brescia e nativa della Florida, le permette anche uno sguardo più ampio sull’esito della votazione. E l’analisi non lascia ben sperare per l’Europa. «Entrambi i candidati non hanno in alcun modo manifestato coscienza del ruolo centrale che gli Stati Uniti hanno nel mondo – sottolinea –. Hanno parlato solo dell’America. È un segno evidente di come siamo di fronte alla fine della globalizzazione».
Questa «mancanza di responsabilità» globale non può che avere effetti negativi per il mondo, «sebbene ritenga che Trump farà di tutto per porre fine ai conflitti», in Ucraina e in Medio Oriente in special modo. Tirando le somme Amy Agostino vede una sempre più diffusa chiusura degli Stati, «negli Usa così come in Europa e in Italia» afferma, uno degli elementi che l’hanno portata a non propendere nè per Trump nè per Harris.
«Il motivo più profondo però è che sono da 40 anni in Italia e reputo importante votare qui – spiega la donna che infatti ha doppia cittadinanza e doppio passaporto –. Ho comunque richiesto al mio Paese di origine di potermi esprimere, utilizzando la modalità cartacea. È un mese che aspetto le carte». Forse in futuro Agostino tornerà alle urne per eleggere il presidente degli Stati Uniti: «In questa occasione vedevo con favore Robert F. Kennedy Jr, che poi ha scelto di seguire Trump – confida –. La candidata perfetta però per me sarebbe potuta essere Marianne Williamson».
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