Autonomia differenziata, Elly Schlein: «Raccolte oltre 500mila firme»
È arrivata tra gli applausi nell’area festa della Valverde, a Botticino, la segretaria nazionale del Pd Elly Schlein. Ad accoglierla, insieme al segretario provinciale Michele Zanardi, c’erano l’on. Gianni Girelli e la consigliera regionale Miriam Cominelli. A bordo palco, dopo l’abbraccio con la sindaca Laura Castelletti e con l’assessora in Loggia Camilla Bianchi, Schlein ha subito rivendicato il risultato sull’iniziativa contro l’Autonomia differenziata. «Siamo già arrivati a raccogliere oltre 500mila firme per una riforma che non servirà a nessuno - ha detto la segretaria dem -: sono state fondamentali anche le raccolte firme online. Questo è un messaggio importante per fermare questa riforma che farebbe male all’Italia ed è il segno di una buona convergenza non solo all’interno del Parlamento ma anche nella società».
Il comizio di Speranza
Dopo le parole introduttive di Zanardi («la sanità lombarda sta andando a catafascio»), la parola è passata all’on. Roberto Speranza. «Pochi mesi fa sembrava che la partita fosse finita. Il messaggio che voglio invece dare oggi è positivo: il vento delle Europee e delle ultime Amministrative ci dice invece che un’alternativa non solo è possibile ma possiamo costruirla noi insieme. E il merito è della nostra segretaria. La sinistra era in difficoltà perché non si capiva da che parte stavamo: il merito di questo gruppo dirigente è aver fatto capire chi siamo e da che parte stiamo. Noi siamo quelli che riprendono col coltello fra i denti il nostro servizio sanitario nazionale, un diritto fondamentale da difendere».
Un comizio tra gli applausi quello di Speranza, un consenso che ha sovrastato la voce amplificata dalle casse posizionate sul palco, dove accanto a lui ci sono anche la segretaria regionale Silvia Roggiani e il vicepresidente del Consiglio regionale Emilio Del Bono. Il neoletto europarlamentare Stefano Bonaccini riparte dalla sfida politica del partito. «I risultati delle Europee hanno superato ogni previsione. Dobbiamo tornare dove eravamo scomparsi: nelle piazze, nei bar, nei mercati e ai giardini pubblici, la politica deve andare dove la gente vive e prendersi anche i fischi. Non possiamo tornare a chiuderci in pochi, al caldo, parlandoci tra di noi. Gli altri non ci sono: persino il partito di Bossi oggi candida uno come Vannacci. Hanno un’idea di giudicare la società dal colore della pelle: noi siamo altro. Abbiamo messo in campo un’agenda politica fatta di punti concreti. Ne voglio citare una: siamo contro questa Autonomia di Calderoli, trattenere nove decimi di fiscalità non è Autonomia differenziata ma secessione. Questo tipo di riforma, così concepita, spaccherà l’Italia: è una riforma che vuole premiare chi sta già meglio, è surreale, apre a riforme delle scuole differenti».
Poi la frecciata al modello lombardo: «C’è qualcuno che non va più a suonare i campanelli - dice Bonaccini, fra le risate della platea -. Avete qui delle eccellenze, ma pochissima sanità territoriale, spieghiamolo a Salvini: le persone si sono accorte delle liste d’attesa. Noi siamo quelli che difendono sanità e istruzione pubblica, perché tutti abbiano gli stessi diritti». Il messaggio di chiusura è ancora politico: «Credo che stiano sottovalutando la nostra forza. E le prossime elezioni alle porte lo dimostreranno. Facciamo tutti quadrato e lavoriamo tutti accanto alla nostra segretaria».
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