Crisi globali, il 2025 può essere l’anno decisivo
Il 2025 potrebbe rappresentare una curva della Storia, un momento decisivo per sciogliere molti dei nodi globali che si sono aggrovigliati in questi anni. Non sono pochi gli analisti pronti a scommettere che il prossimo anno cambierà gli scenari nati dalla guerra in Ucraina e che darà finalmente una forma al disordine globale che va da Kiev a Gaza, da Damasco a Taiwan, e coinvolge le cancellerie mondiali. Si tende a pensare che il cambiamento in arrivo possa migliorare l’attuale situazione, che l’arrivo di Trump possa mutare l'inerzia dei negoziati su Gaza e che possa costringere Zelensky e Putin a più miti consigli in seguito alla nuova pressione che arriverà dalla nuova amministrazione, meno mite di quella Biden.
Ucraina
Ucraina, quale pace? Potrebbe cambiare molto nel 2025 nella situazione internazionale, ma non è detto che sarà davvero in meglio. Tutto ruota intorno alla guerra in Ucraina che poi è stato il detonatore dei veloci e traumatici cambiamenti degli equilibri globali, dell'inizio della nuova contrapposizione tra democrazie occidentali e il mondo delle autocrazie che guarda a Pechino e Mosca.
Trump cambierà le regole del gioco e le carte in tavola. Sarà più assertivo e meno paziente di Biden, non solo con i rivali ma anche con gli alleati. Il rapporto tra Usa ed Europa sarà più teso e più difficile, complice la minaccia dei dazi all’Ue. Questo mentre davvero potrebbe arrivare una svolta in Ucraina. Ma quale tipo di svolta? Trump ha promesso che arriverà alla pace in 24 ore. Ma quale tipo di pace? La pace giusta di cui parlano Kiev e l'Ue è molto diversa da quella che emerge dalle indiscrezioni del piano di Trump: di fatto un congelamento della guerra che lascerebbe i territori occupati ai russi e che prevedrebbe comunque l'ingresso dell'Ucraina nella Nato non prima di 20 anni, ipotesi che il ministro degli esteri russo Lavrov ha già bocciato.
Rebus Medio Oriente
I festeggiamenti per la caduta di Assad a Damasco hanno lasciato presto spazio al punto interrogativo sul futuro del Paese e all’atteggiamento dei nuovi padroni della Siria che hanno un passato jihadista alle spalle.
Qualcuno teme uno scenario afghano anche se, a parole, il nuovo governo cerca di rassicurare sul rispetto dei diritti e della democrazia. All'inizio lo fecero anche i Talebani. In Libano la tregua è molto fragile. A Gaza ci sono nuove speranze per un accordo, ma per il momento nulla è cambiato. Le tensioni tra Israele e Iran sono state messe in secondo piano dagli eventi siriani, ma quel nodo tornerà presto di attualità.
Taiwan
Ma la vera grande sfida di domani è lontana dai luoghi di cui abbiamo parlato fino ad ora. Il nuovo fronte – per ora soltanto economico – è tra Usa e Cina. Questa è la vera battaglia che gli Usa di Trump si apprestano a combattere a forza di dazi e di sfide commerciali, con la miccia di Taiwan sempre accesa.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.