Passione Meteo

Pioggia, i numeri di un semestre da record

Riccardo Paroni
I dati, gentilmente forniti da Nicola Gelfi, responsabile dell’osservatorio cittadino, non lasciano dubbi: siamo di fronte ad una piovosità senza precedenti
Una delle tante giornate grigie e piovose degli ultimi mesi - © www.giornaledibrescia.it
Una delle tante giornate grigie e piovose degli ultimi mesi - © www.giornaledibrescia.it
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L’avevamo anticipato alcuni giorni fa ed ora è ufficiale: secondo i dati dell’osservatorio installato presso l’istituto Pastori, il primo semestre del 2024 è entrato in archivio con un bilancio pluviometrico da record. Vediamo i numeri: dal 1° gennaio al 30 giugno sono caduti 855,8 millimetri di pioggia. Si tratta del valore più alto mai rilevato nei semestri gennaio-giugno di tutta la serie storica, iniziata nel lontano 1949. Al secondo posto ci sono i 750,7 millimetri del 2013, mentre sul terzo gradino del podio troviamo i 736,8 millimetri caduti nel primo semestre del 1977. I dati, gentilmente forniti da Nicola Gelfi, responsabile dell’osservatorio cittadino, non lasciano dubbi: siamo di fronte ad una piovosità da record, ma c’è di più.

La stazione meteorologica dell’istituto Pastori è attiva dal 1949, tuttavia è possibile risalire alla seconda metà dell’Ottocento grazie alle rilevazioni effettuate presso un altro osservatorio, all’epoca installato in corso Matteotti. Ebbene, per trovare un semestre gennaio-giugno più piovoso di quello appena concluso dobbiamo risalire addirittura al 1876, quando caddero 875 millimetri.

Il clamoroso cambio di scenario 

Tornando al presente, merita una breve riflessione il clamoroso cambio di scenario avvenuto in un breve lasso di tempo. Il 2022 è stato l’anno meno piovoso di tutta la serie storica bresciana e in quel periodo era più che legittimo parlare di siccità. Una siccità che, mese dopo mese, si è trasformata in un deficit pluviometrico sempre meno grave, per poi lasciare spazio ad un brusco cambio di rotta, che ci ha portato a vivere un semestre eccezionalmente piovoso. In due anni siamo passati da un estremo all’altro. Come dovremmo chiamarla, se non estremizzazione climatica?

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