Dal primo dicembre solo quattro giornate più fredde della media
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Premessa: l’inverno, secondo il calendario meteorologico, è iniziato il 1° dicembre e si concluderà il 28 febbraio. È ancora presto per tirare le somme, ma il bilancio parziale è già eloquente: dall’inizio della stagione, secondo i dati di Ghedi, abbiamo vissuto quarantaquattro giornate più calde della media, ventiquattro nella norma e solo quattro più fredde della media. La bilancia pende chiaramente dalla parte del caldo anomalo, a conferma di una tendenza sempre più consolidata: il freddo esiste ancora, ma è ormai relegato al ruolo di comparsa.
Le giornate in cui le temperature sono riuscite a scendere sotto la media si contano sulle dita di una mano e, dopo il tredicesimo dicembre più caldo della serie storica, è arrivato il sesto gennaio più caldo. Per quanto riguarda febbraio, faremo i conti a fine mese, ma la prima decade è entrata in archivio con un’anomalia termica quasi a senso unico.
Un po’ di freddo in arrivo
Il freddo, dicevamo, esiste ancora, e ci mancherebbe altro. Ricordate la clamorosa ondata di gelo del febbraio 2012, quando le minime in città sfiorarono i -12°C e le massime rimasero in più occasioni sottozero? E l’eccezionale irruzione fredda che il 1° marzo 2018 ci regalò una giornata da brividi, con una massima di -1°C? Potremmo continuare, ricordando altri episodi più o meno rilevanti, ma servirebbe solo a confermare ciò che i numeri, se analizzati con oggettività, ci dicono da anni: il caldo anomalo sta diventando la regola, mentre la normalità è una merce rara, e ancor più rare sono le parentesi più fredde della media.
Rare, non impossibili, e presto, se la tendenza sarà confermata, avremo l’opportunità di rivedere un assaggio d’inverno. Se le previsioni saranno confermate, verso il 15-16 febbraio un’irruzione fredda raggiungerà il Nord Italia, favorendo un calo termico la cui entità è ancora da definire.
Pioggia, il 2025 è iniziato con il piede giusto
Nell’attesa, merita un cenno il bilancio pluviometrico dei primi 40 giorni del 2025. In città sono già caduti oltre 130 millimetri di pioggia e i pluviometri di tutta la provincia hanno rilevato accumuli superiori alla media. Se chi ben comincia è a metà dell’opera, possiamo essere ottimisti e accantonare i fantasmi del 2022, passato alla storia come l’anno più siccitoso di sempre.
Che il deficit pluviometrico sia un lontano ricordo è chiaro ormai da tempo: basti pensare che il 2024 è stato addirittura il quarto anno più piovoso di tutta la serie storica bresciana. A proposito di precipitazioni, ecco la soluzione dell’ultimo meteoquiz: a Urbino, nel febbraio 2012, caddero 327 centimetri di neve. Il nuovo quesito a sfondo meteorologico si basa sulle temperature rilevate a Ghedi negli ultimi cento mesi.
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