Maltempo in Emilia Romagna, ecco perché è un evento meteo storico
Ci risiamo. Sono passate solo due settimane dall’alluvione di inizio maggio ed ecco, ancora una volta, l’Emilia Romagna in ginocchio, a causa di una nuova, intensa perturbazione che ha colpito le stesse zone già messe duramente alla prova. Gli accumuli degli ultimi due giorni, in alcune località costiere, hanno raggiunto i 100 millimetri e nelle aree interne si sono spinti fin verso i 150-200 millimetri.
La situazione è fin troppo chiara: siamo di fronte a due disastrose alluvioni avvenute in meno di venti giorni e in varie località l’accumulo mensile ha superato i 450 millimetri. Giustamente si è parlato, e si parlerà ancora, di manutenzione dei corsi d’acqua, di prevenzione, di cura del territorio e molto altro ancora, ma non si può negare l’eccezionalità dell’evento. Anche stavolta è corretto chiamare in causa il cambiamento climatico, che va a braccetto con l’estremizzazione del clima.
Per rendere il concetto ancor più chiaro e concreto, ecco qualche esempio: l’estate bresciana dell’anno scorso è stata la seconda più calda dell’intera serie storica, le anomalie termiche sono (quasi sempre) a senso unico, il destino dei ghiacciai è segnato, i nubifragi si accaniscono con una violenza inaudita, spesso dopo interminabili periodi secchi, e l’elenco potrebbe continuare. «Le alluvioni sono sempre esistite, così come il caldo o la siccità» dice chi vuole negare l’evidenza. Non c’è alcun dubbio, ma come sempre, quando si parla di clima, bisogna analizzare la frequenza e l’intensità degli eventi.
A conti fatti, diverse località dell’Emilia Romagna stanno vivendo il mese di maggio più piovoso dell’intera serie storica, iniziata nel 1920. Possiamo, senza paura di essere smentiti, parlare di evento storico.
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato