I lampi impressionanti delle scorse notti? Tutta questione di energia
I temporali di martedì e mercoledì sera scorsi si sono fatti notare per una notevole attività elettrica. Il cielo, illuminato a giorno da continui lampi, ha suscitato un certo stupore, e così molti bresciani si sono ritrovati con il naso all’insù, incuriositi da quell’incessante gioco di luci. Non si è trattato di un evento eccezionale, è già accaduto anche in passato, ma la frequenza dei bagliori è stata indubbiamente insolita.
Per capirne le ragioni, facciamo un passo indietro. I fulmini nascono nei cumulonembi, nubi temporalesche al cui interno le particelle di acqua e ghiaccio sono trasportate verso l’alto dalle cosiddette correnti ascensionali (fondamentali anche per la formazione dei chicchi di grandine). Come spiega il meteorologo Filippo Thiery in un’intervista pubblicata sul sito www.montagna.tv, «lo sfregamento cui vanno incontro porta le particelle a caricarsi in termini elettrostatici e le cariche si distribuiscono in maniera disomogenea, positive nella parte alta della nube, negative in quella bassa. La nube non è più elettricamente neutra e, se si viene a creare una differenza di potenziale sufficientemente alta, si può generare un canale attraverso cui avviene una scarica elettrica». Se il fulmine rimane all’interno delle nubi, senza rendersi visibile, è possibile ammirare solo il bagliore dei lampi, altrimenti appare una vera e propria saetta, come nella fotografia che vedete qui sotto, scattata a Brescia il 28 luglio 2016.
L’energia in gioco, quando si parla di temporali, rappresenta sempre un elemento fondamentale. Non dobbiamo dimenticare che il caldo anomalo, accompagnato da tassi di umidità elevati, può essere visto come una sorta di carburante naturale, pronto ad alimentare l'instabilità atmosferica non appena si verificano le condizioni adatte.
Chiariti questi aspetti, è facile intuire cosa è accaduto martedì e mercoledì sera: in seguito al cedimento dell’anticiclone subtropicale, l’energia accumulata nei giorni precedenti ha favorito la formazione di imponenti nubi temporalesche, attraversate da violente correnti ascensionali. Il risultato? Disastrose grandinate, impetuose raffiche di vento e un’attività elettrica particolarmente intensa.
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