Freddo record e neve a bassa quota? Facciamo un po’ di chiarezza

Riccardo Paroni
In pochi giorni siamo passati da un anticipo d’estate fuori stagione a un vero e proprio colpo di coda invernale. È importante però analizzare questa situazione con oggettività (con anche il nuovo meteoquiz)
Un pettirosso tra i rami innevati
Un pettirosso tra i rami innevati
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In pochi giorni siamo passati da un anticipo d’estate fuori stagione, con punte vicine ai 30°C, ad un vero e proprio colpo di coda invernale, con temperature nettamente inferiori alla media e nevicate a bassa quota.

Lo sbalzo è stato molto rapido, tanto da poter essere considerato eccezionale, e ieri abbiamo addirittura stabilito un nuovo record storico: la stazione meteorologica di Ghedi ha rilevato una massima di +7,4°C, evento senza precedenti per quanto riguarda la terza decade di aprile. Completano il quadro le nevicate, che in varie zone della provincia si sono spinte fino a quote collinari. È importante analizzare questa situazione con oggettività, onde evitare le solite, stucchevoli e fantasiose teorie dei negazionisti.

Il loro cavallo di battaglia, in questi giorni, è sempre lo stesso: «Ma come, ci parlate di riscaldamento globale ed ora ci ritroviamo a fine aprile con temperature invernali e nevicate a bassa quota?». La risposta è piuttosto semplice e ruota attorno a due aspetti, che possono essere riassunti in poche righe.

1) davvero qualcuno pensa che riscaldamento globale significhi rilevare temperature superiori alla media in ogni angolo del pianeta, ogni giorno dell’anno? Ovviamente no. Per fortuna esistono ancora le parentesi fredde, su scala locale, proprio come quella che stiamo vivendo in questi giorni.

2) per parlare di clima è necessario analizzare una mole di dati considerevole: parliamo di almeno un trentennio di rilevazioni. Alcuni giorni insolitamente freddi meritano senza dubbio di essere sottolineati, ma si tratta di un periodo di tempo quasi irrilevante di fronte ai dati degli ultimi decenni che, nel complesso, vanno in direzione opposta.

Inoltre non dobbiamo dimenticare che il cambiamento climatico si manifesta anche con sbalzi estremi: il 14 aprile abbiamo sfiorato i 30°C e dopo pochi giorni la brina ha imbiancato varie zone della pianura padana. In sintesi, la regola fondamentale è sempre la stessa: mai confondere tempo (meteorologico) e clima. Il biennio 2022-2023 è stato il più caldo di tutta la serie storica bresciana e il primo trimestre del 2024 è entrato in archivio con una temperatura media incredibilmente alta. Ora stiamo vivendo un’anomalia di segno opposto, ma a conti fatti, se vogliamo stilare un bilancio di lungo periodo, il caldo anomalo vince a mani basse.

Il meteoquiz

Ora spazio al nuovo meteoquiz, non prima di aver svelato la soluzione del quesito di una settimana fa: potrà sembrarvi incredibile, ma il 7 maggio 1957 la temperatura nella nostra città scese fino a -0,8°C. Fu un evento storico, ma anche cinque anni fa abbiamo vissuto un mese di maggio particolarmente freddo, con nevicate fino a quote piuttosto basse. All’alba del 15 maggio 2019 le temperature scesero ben al di sotto della media.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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