Passione Meteo

Non facciamo confusione tra meteo e clima

Il primo indica un singolo evento, su scala locale. Il secondo necessita invece di almeno trent’anni di dati
L'Alpe di Siusi immortalata da una webcam il 13 settembre - Foto www.seiseralm.it © www.giornaledibrescia.it
L'Alpe di Siusi immortalata da una webcam il 13 settembre - Foto www.seiseralm.it © www.giornaledibrescia.it
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Ciò che è accaduto alcuni giorni fa è noto a tutti: una massa d’aria fredda ha raggiunto il Nord Italia, favorendo un vero e proprio crollo termico. Giovedì la neve ha imbiancato le Dolomiti fin verso i 1.400-1.500 metri di quota e in pianura padana sono arrivati i primi brividi di stagione.

Non è stato un evento eccezionale, ma inconsueto, anche per la rapidità con cui le temperature sono diminuite: in meno di due settimane siamo passati da un’ondata di caldo record, con punte di oltre 35°C nella nostra città, ai primi risvegli dal sapore autunnale, con minime inferiori ai 10°C.

Distinguiamo meteo e clima

Ovviamente il «popolo dei negazionisti» non si è lasciato sfuggire l’occasione per cercare di negare, o quanto meno mettere in discussione, il cambiamento climatico in atto. È bastata un’irruzione fredda precoce per dimenticare quanto è accaduto durante gli ultimi mesi?

Ricapitolando: in città abbiamo è entrato in archivio il secondo bimestre luglio-agosto più caldo dell’intera serie storica, abbiamo rilevato trentasette massime consecutive superiori ai 32 gradi (evento senza precedenti) e, come se non bastasse, il 1° settembre abbiamo superato i 35°C, stabilendo un nuovo record.

Detto ciò, dobbiamo sempre tener presente che non ha alcun senso mettere sullo stesso piano il tempo, inteso come tempo meteorologico, e il clima. Il primo indica semplicemente un singolo evento, su scala locale, osservabile in un breve lasso di tempo: una nevicata, un’irruzione fredda, una nevicata, una perturbazione, e così via. Il clima, invece, necessita di almeno trent’anni di dati. Come si può tentare di smentire una tendenza climatica in atto da molti decenni sulla base di una breve parentesi fredda che, tra l’altro, non ha di certo riguardato l’intero globo, ma solo una parte dell’Europa? Non ha alcun senso.

Il nuovo meteoquiz

Chiariti questi aspetti, torniamo a parlare di irruzioni fredde precoci, svelando la soluzione dell’ultimo meteoquiz. Potrà sembrarvi incredibile, ma all’alba del 27 settembre 1972 la stazione meteorologica dell’istituto Pastori rilevò una minima di +3,0°C. Se parliamo di neve, gli ultimi anni offrono uno scenario desolante: la nevosità in pianura padana è letteralmente crollata, ma le cose non sono sempre andate così. In passato l’appuntamento con i fiocchi era quasi immancabile e in alcuni casi la «dama bianca» bruciava le tappe.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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