Con la primavera tornano anche le nubi più belle: i cumuli

Riccardo Paroni
Si tratta di nuvole a sviluppo verticale, con una base piatta e una parte superiore simile a una sorta di «cavolfiore» bianco. Come si chiama la parte superiore di un cumulonembo giunto al suo massimo sviluppo?
Una nube cumuliforme fotografata a Mompiano - Foto © www.giornaledibrescia.it
Una nube cumuliforme fotografata a Mompiano - Foto © www.giornaledibrescia.it
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La primavera, stagione dei primi tepori e del graduale risveglio della natura, è anche il periodo dell’anno in cui torniamo ad ammirare le nubi più belle: i cumuli. Solitamente assenti durante l’inverno, si tratta di nuvole a sviluppo verticale, caratterizzate da una base piatta e da una parte superiore simile ad una sorta di «cavolfiore» bianco.

In base alle dimensioni si può parlare, secondo la nomenclatura latina, di «cumulus humilis», «cumulus mediocris» e «cumulus congestus». L’ultimo stadio del loro sviluppo ci porta al cospetto del re delle nuvole, il cumulonembo, al cui interno soffiano correnti impetuose: è una nube scura, minacciosa, in grado di provocare forti piogge, temporali, grandinate e, in casi estremi, trombe d’aria. In alcune occasioni può raggiungere o addirittura superare i 12 chilometri di altezza ed è molto amato dai fotografi per il suo aspetto maestoso e imponente.

La risposta dell’ultimo meteoquiz

Da questa breve descrizione avrete già intuito la risposta corretta dell’ultimo meteoquiz: i cumulonembi possono raggiungere i 12-13 chilometri di altezza, così come i cirri, che però hanno un aspetto completamente diverso. Se i cumulonembi sono enormi ammassi nuvolosi, in grado di portare forti temporali, i cirri si presentano come innocui «ciuffi» bianchi, di piccole dimensioni e incapaci di provocare piogge. In realtà, se superiamo la classificazione tradizionale delle nubi, possiamo considerare corretta anche l’ultima opzione del quiz: esistono infatti nuvole molto particolari, note come «nubi madreperlacee», che si formano nella stratosfera, sopra le regioni polari, e possono raggiungere perfino i 25 chilometri di altezza.

Ancora più particolari sono le cosiddette «nubi nottilucenti», che nascono addirittura nella mesosfera, ad altitudini vicine ai 75-80 chilometri di altezza. La loro natura non è stata ancora completamente compresa dalla scienza.

Il nuovo meteoquiz

Per il nuovo meteoquiz rimaniamo nel mondo delle nuvole.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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