Passione Meteo

Come nasce la passione per la meteorologia?

Neve, pioggia, freddo e temporali alimentano questa insolita passione
Riccardo Paroni mentre fotografa la nevicata del 13 gennaio 2008 al Passo del Tonale
Riccardo Paroni mentre fotografa la nevicata del 13 gennaio 2008 al Passo del Tonale
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Come nasce la passione per la meteorologia? Tutto inizia in modo inspiegabile: un bel giorno, osservando un temporale o, meglio ancora, una fitta nevicata, prende il sopravvento un'incontenibile euforia. Il «brutto tempo» diventa motivo di gioia, così, senza un perchè.

C’è chi si lascia conquistare dai temporali estivi, perfetti esempi della forza della natura, e chi invece preferisce i rigori invernali. Su una cosa sono d'accordo quasi tutti i meteo-appassionati: le giornate di sole, soprattutto se accompagnate da temperature superiori alla media, sono noiose. La passione per la meteorologia nasce, nella maggior parte dei casi, proprio dall’osservazione dei fenomeni atmosferici che di solito vengono catalogati come «brutto tempo»: il fascino di una giornata di pioggia, la bellezza di un campo coperto di brina, l’adrenalina di fronte ad un violento temporale, e così via.

Se volessimo fare una classifica di gradimento, al primo posto troveremmo senza dubbio la neve: nonostante i disagi, la «bianca visitatrice» è il fenomeno atmosferico più amato. Potrà sembrare strano, ma seguire le previsioni del tempo è solo una conseguenza: prima nasce l'amore per il freddo, la pioggia e la neve, poi arriva l'interesse verso il mondo della meteorologia.

Nel secolo scorso, con queste parole, lo scrittore statunitense Thomas Morris Longstreth rese perfettamente l’idea: «Gli appassionati di meteorologia sono in parte scienziati, in parte poeti; gioiscono delle forme e dei colori che glorificano il tempo, si deliziano degli estremi».

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