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Val di Zoldo, dove le Dolomiti fanno la Civetta con il turista

La leggenda vuole che il Signore, intento a modellare quelle meraviglie che un giorno sarebbero state definite "Dolomiti" e finalmente anche "patrimonio Unesco dell'umanità", alla fine di una faticosa giornata di lavoro volle sedersi per ammirare la vasta opera appena creata: Marmolada, Tofane, Tre Cime di Lavaredo, Antelao, Civetta.
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La leggenda vuole che il Signore, intento a modellare quelle meraviglie che un giorno sarebbero state definite "Dolomiti" e finalmente anche "patrimonio Unesco dell'umanità", alla fine di una faticosa giornata di lavoro volle sedersi per ammirare la vasta opera appena creata: Marmolada, Tofane, Tre Cime di Lavaredo, Antelao, Civetta.

E, con questo placido gesto contemplativo, diede vita a un monte un po' speciale, diverso dagli altri: il Pelmo. Una cima isolata e tondeggiante, che spicca nel contesto di picchi, creste e guglie appuntite, da sempre, per i valligiani dello Zoldano, "El Caregon de il Padretereno", la poltrona di Dio.

Al Palafavera, paradiso degli sciatori

Un affresco naturale di abbacinante bellezza, che trova la sua esaltazione nella parte alta della Val di Zoldo. Forno, Zoldo Alto, Mareson, Pecol, Palafavera, e la miriade di frazioncine secondarie, sono le altrettante perle turistiche di questa valle forse meno conosciuta di altre nelle Dolomiti bellunesi, che promettono una vacanza invernale vissuta tra sciistiche emozioni, echi di storia patria (la Grande Guerra), immersioni o intermezzi nella cultura e nelle tradizioni locali (l'epopea del ferro, l'arte dei gelatieri veneti, l'artigianato ligneo), fra escursioni, visite, manifestazioni e buona tavola.

La magnifica piana del Palafavera, che s'apre tra il Pelmo e il massiccio del Civetta, può essere un ottimo punto di approdo per gli appassionati di sci. Nell'omonimo rifugio (tel. 0437-789472) gestito con passione da Carlo Rizzardini, l'accoglienza è calda, semplice e inappuntabile. Una settimana in mezza pensione varia dai 360 euro in alta stagione ai 300 euro in bassa, per persona. Ma combinazioni interessanti fioccano in tutta la zona (per informazioni si può telefonare al Consorzio di promozione turistica Val Zoldana, 0437 788907)

Un comprensorio di 80 km di piste

Dal Palafavera, ci si immette direttamente, sci ai piedi, nell'immenso comprensorio dello "Ski Civetta", che unisce con i suoi 80 km di piste ariose e d'ogni livello di difficoltà, Val di Zoldo, Agordino e Val Fiorentina. Gli abbonamenti settimanali variano, per gli adulti, dai 200 euro ai 176 euro, rispettivamente in alta (dal 24 dicembre al 9 gennaio e dal 31 gennaio al 13 marzo) e bassa (dal 10 al 30 gennaio) e dopo il 14 marzo) stagione. Per i ragazzi fino a 16 anni c'è uno sconto del 30%, per gli over 65 del 10%. Da notare che, con un'integrazione di circa 40 euro è possibile acquistare l'abbonamento "superski", per accedere a tutti e 12 i comprensori delle Dolomiti.

Dalla stazione di Pecol si accede ugualmente al "Civetta-system", spendendo cifre non troppo dissimili. "Merita assolutamente il percorso della Grande Guerra", segnala Renato Mosena, presidente del Consorzio di promozione turistica valzoldana, "lo si fa con gli sci in un giorno, da Zoldo o da Alleghe". "Ma sono accontentati anche gli amanti dello sci di fondo - continua Mosena -, partendo da Forcella Cibiana o da Palafavera. E gli appassionati di ciaspole, che hanno l'imbarazzo della scelta tra il Pelmo e il Civetta, o nella catena di San Sebastiano".

Il "dopo sci" in Valle di Zoldo non promette solo pomeriggi davanti al caminetto. Il 5 gennaio, a Forno di Zoldo, l'arrivo della Befana è evocato con la festa dei "Paaruoi", falò grandi e piccoli attorniati da stand gastronomici e giochi per bambini. La vera anima ludica creativa della Valle si esprime al meglio sabato 7 e domenica 8 febbraio, alla manifestazione "La gnaga", un concorso di volti lignei del carnevale di montagna, in scena a Fornesighe di Zoldo, la cui fama ha valicato da tempo i confini del Bellunese, richiamando centinaia di visitatori e turisti.

Un po' come, nel Bresciano, il caratteristico carnevale di Bagolino diventa l'epicentro di una grande festa "allargata", pagana e medievale. Fornesighe è un borgo davvero unico, fuori del tempo, quasi intatto nelle sue antiche casette in legno, e culla di un fiorente artigianato. Da non perdere, in questa particolarissima occasione, le dimostrazioni dal vivo di scultura (in legno s'intende), gli spettacoli e i concertini di musica tradizionale disseminati lungo i vicoli del paese.

Una visita al Museo del Ferro e del Chiodo

Nella Val Zoldana c'è anche una ricca offerta cultura. Ci riferiamo al Museo del Ferro e del Chiodo e al Museo Etnografico di Goima, depositari delle antiche tradizioni del lavoro in una zona che, all'epoca della Serenissima, era un distretto metallurgico e minerario di tutto rispetto. E chi volesse...

Valerio Di Donato

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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