Una nuova guida dedicata alle felci della Valcamonica

È stato pubblicato il quinto volume dell’Atlante fotografico di Botanica Rhaetica dedicato alla flora di pregio delle Valli Camonica e di Scalve
Un esemplare di felce femmina che si trova sulle nostre montagne
Un esemplare di felce femmina che si trova sulle nostre montagne
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Sono piante vascolari prive di fiori, si mostrano in generale con un aspetto poco appariscente, e i contesti nei quali crescono sono rappresentati in via preferenziale da luoghi umidi e al riparo dalla luce, molto diversi dalla vivacità dei colori che caratterizza i prati in fiore. È forse per questo insieme di caratteristiche che le Felci (Pteridofite) hanno ricevuto spesso minore interesse da parte dei botanici rispetto ad altre piante.

Eppure la flora pteridofitica è stata la prima capace di adattarsi alla vita sulla terraferma, e conserva un fascino indubbio nella struttura e nella forma della foglia, che costituisce un mirabile esempio di adattamento alla vita in ambienti talvolta ostici.

La guida

Ad accompagnare alla conoscenza di queste particolari specie floristiche nel bacino superiore dell’Oglio è ancora una volta l’esperto botanico Enzo Bona, il quale ha realizzato una nuova guida che fa compiere un ulteriore importante avanzamento al progetto dell’«Atlante fotografico di Botanica Rhaetica dedicato alla flora di pregio delle Valli Camonica e di Scalve».

Le descrizioni di Bona, accompagnate da schede di dettaglio, da fotografie e dai disegni di Daniele Mercanti, guidano il lettore al riconoscimento di 70 entità, alcune presenti sull’arco alpino solo in Valle Camonica. Gli habitat principali sono rappresentati da boschi sia di aghifoglie sia di latifoglie, rive di ruscelli e rupi e altri minoritari.

Analogamente alle precedenti guide della collana anche questa ha un formato che consente di essere portata comodamente nello zaino, e favorisce quindi la possibilità di dare un nome alle specie più diffuse come asplenio ruta di muro, falso capelvenere, felce femmina e felce maschio, felcetta fragile, felce aquilina, equiseto dei campi, polipodio comune e felce dei faggi.

Molto più impegnativa, ma non per questo meno affascinante ponendosi con stupore e interesse davanti alle forme della natura, si rivelerà la ricerca delle specie più rare rinvenute sul territorio di un solo comune, quali ad esempio asplenio foresiaco, botrichio ramoso e osmunda regale. In ogni caso la ricerca sarà un’attività affascinante e ricca di ulteriori spunti da approfondire nei contesti naturali che si attraverseranno, talvolta anche curiosi e misteriosi come piccoli e grandi anfratti di roccia o nel fitto sottobosco. La conoscenza maturata delle felci sarà motivo di appagamento e di impegno per la conservazione di queste particolari piante.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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