Trekking Talk Therapy, una seconda possibilità per giovani che hanno commesso reati
Centodieci chilometri a piedi da Manerbio in cinque giorni e altrettante tappe: Gambara, Alfianello, Quinzano e Verolanuova. Il tutto sotto il sole battente degli ultimi giorni, coniugando la fatica fisica e la riflessione con l’obiettivo di cercare una nuova traiettoria di vita e rinascere dai propri errori, superandoli con coraggio.
Sono queste le coordinate del percorso di Trekking Talk Therapy, nato nell’ambito del progetto «Maps. Traiettorie per orientarsi nella Messa a prova», al quale stanno partecipando sette giovani valsabbini, partiti ieri mattina in compagnia di alcuni adulti per questa esperienza fuori dagli schemi.
L’iniziativa
La Trekking Therapy è nata 6 anni fa dalla collaborazione tra Cooperativa Area, Ussm di Brescia (Ufficio di servizio sociale per minorenni) e l’Università Cattolica di Milano. Si tratta di una sorta di percorso riabilitativo per giovani che hanno commesso dei reati e possono sfruttare questo cammino terapeutico come un’occasione di riflessione e meditazione personale e condivisa. La fatica fisica inoltre consente ai ragazzi - come hanno spiegato gli organizzatori - di entrare in contatto con le proprie emozioni e sensazioni profonde, isolando i propri pensieri.
Scambio
Già sperimentata con successo in Valsabbia questa iniziativa si sposta ora nella Bassa. Un favore che verrà di nuovo restituito ad agosto, quando saranno alcuni giovani del territorio intorno a Ghedi a percorrere le vie dell’alto Garda, in una catena di scambio e condivisione con al centro sempre i giovani e che ha raccolto tanto entusiasmo e sostenitori.
La partenza
Il progetto è stato reso possibile dagli enti locali e dalle parrocchie dei Comuni coinvolti, che ospiteranno la comitiva per la cena e per la notte, come è stato spiegato nella sala consiliare di Ghedi poco prima della partenza del gruppo.
Oltre ai rappresentanti comunali tanti erano presenti a salutare i ragazzi: il sindaco di Ghedi Federico Casali, Nicola Maccioni e Stefano Cremaschini della Cooperativa Area, che hanno spiegato i particolari tecnici di questa esperienza e Roberta Ghidella dell’Ussm, che ha ringraziato e applaudito la presenza degli adulti che accompagneranno i giovani in questa avventura. In chiusura anche Piergiuseppe Caldana di Fondazione Comunità Bresciana, che ha ricordato come l’associazione sostenga questi progetti con convinzione, non soltanto finanziandoli, ma anche partecipando attivamente.
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