Speleologi bresciani ancora in missione nelle Filippine

A distanza di due anni dalla più recente avventura esplorativa in territorio asiatico, martedì avrà inizio il viaggio nelle Filippine della spedizione speleologica «Samar 2025», organizzata dall’associazione Odissea Naturavventura e dal Gruppo Grotte Brescia.
Il progetto di ricerca ventennale a conduzione bresciana ha consentito fino ad oggi di topografare oltre 165 chilometri di nuove cavità sotterranee, un numero notevole che di fatto rappresenta il più grande risultato esplorativo mai conseguito da speleologi italiani all’estero. Nel 2023 l’ultima spedizione, composta da soli cinque speleologi, fece rientro con un bottino complessivo di 19 chilometri di cavità fino ad allora sconosciute.
La spedizione
Dall’ 8 aprile e fino all’8 maggio, data prevista per il rientro, nove speleologi di nazionalità italiana, slovena e filippina opereranno principalmente nell’area carsica del Basey, situata nel sud dell’isola di Samar. Del gruppo faranno parte i bresciani Claudio Castegnati di Botticino, Teresa Lecchi di Calcinato, Matteo e Nadir Rivadossi di Nave, oltre al geologo veronese Guido Rossi, al vicentino Stefano Panizzon, a Matjaz Bozic di Ljubljana e a due speleologi di Manila.
Per il veterano Guido Rossi sarà la diciassettesima volta in territorio filippino, mentre sarà la quattordicesima per il capospedizione navense Matteo Rivadossi, accompagnato dal figlio Nadir (21 anni), che mostra di avere ereditato un corredo genetico di energia, passione esplorativa e spirito di adattamento adeguati per affrontare il carso tropicale, un contesto caratterizzato da spossanti situazioni ambientali, logistiche complesse e, non ultime, le incertezze derivanti dalla presenza in zona dei guerriglieri maoisti del New People Army.

Gli obiettivi
Matteo Rivadossi, alle prese con i preparativi che precedono ogni partenza, racconta gli obiettivi di questa spedizione: «Ci apprestiamo entusiasti a tornare nella sorprendente zona del Bugasan River, il fiume carsico che presenta vari trafori, compreso un sistema da oltre 6 chilometri e un secondo da 3 chilometri tagliato dall’enorme sotano di Maangit, la depressione più grande di Samar.
Quest’anno ci muoveremo nel tentativo di esplorare il segmento superiore del Bugasan River a partire dall’inghiottitoio principale, che i local descrivono di enormi dimensioni, verso il sotano, cioè le zone più a monte raggiunte nel 2023, ricostruendo l’intero percorso idrogeologico. In linea d’aria distano poco più di due chilometri e circa 80 metri di dislivello, ma queste distanze potrebbero in realtà nascondere un mondo, considerati i vari inghiottitoi affluenti che vi convergono. Incrociando le mappe geografiche con le immagini satellitari di Google Earth abbiamo scorto segmenti fluviali e ci è bastato per sognare!».
Sarà possibile seguire le fasi evolutive della spedizione attraverso il sito e i canali social del Gruppo Grotte Brescia, che fornirà notizie aggiornate mediante collegamento satellitare.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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