Scalo Sogni, Ettore Campana in Caucaso tra fango, neve e prove di tenacia
Caucaso di fango e di neve, piacevolezze e solitudini, grandi fatiche e prove di tenacia.
Prosegue il viaggio di Ettore Campana nelle terre caucasiche all’insegna della resilienza e dell’adattamento alle mutevoli condizioni ambientali e della neve.
Dopo le sciate a Usghuli per il ciclista e scialpinista di Mompiano è arrivato il tempo di riprendere il cammino.
La ripartenza ha dovuto fare i conti con la necessità di scavalcare lo Zagari Pass (2620 metri s.l.m.), valico d’alta quota che solitamente viene aperto al transito all’inizio del mese di giugno.
Alcuni locali interpellati da Campana hanno espresso forti perplessità davanti alla sua volontà di anticipare il passaggio, ma dato che l’unica alternativa sarebbe quella di rientrare pedalando per 4 giorni sul percorso già fatto il nostro avventuriero ha deciso ugualmente di proseguire per questa via.
Armato di motivazione e convinzione è partito di buon mattino con la bici a pieno carico, e dopo poche pedalate ha dovuto superare accumuli di materiale franato e depositi di valanga che occludevano il passaggio sulla strada. Per oltre duecento metri di dislivello la pesante bicicletta ha dovuto quindi essere spinta a mano, una fatica motivata dall’auspicio di procedere più agevolmente in discesa una volta raggiunto il passo.
Purtroppo per Ettore non sarà così, dato che appena iniziata la fase di discesa la neve diventata molle ha trasformato la progressione in una penosa e fangosa marcia. Sono servite alcune ore per percorrere pochi chilometri con la bici a mano.
Ripresa la strada Ettore è rimontato in sella pedalando attraverso colline e campagne, in rotta verso la ragione montuosa del Kazbegi, l'unico luogo dove confida di trovare ancora un po' di neve per rimettere gli sci.
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