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Siamo nell’anno internazionale per la conservazione dei ghiacciai

La decisione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite per sensibilizzare sul cambiamento climatico
Un’immagine dell’Adamello in tempo di cambiamenti climatici
Un’immagine dell’Adamello in tempo di cambiamenti climatici
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L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2025 «Anno internazionale per la conservazione dei ghiacciai». La decisione è finalizzata a favorire la diffusione di una rinnovata attenzione su questi elementi del paesaggio dell’alta montagna, mediante l’adozione di politiche funzionali a diffondere strategie di adattamento ai cambiamenti climatici, e a frenare nel futuro immediato l'aumento delle temperature e la deglaciazione.

Gli scenari

Contenere il riscaldamento globale nell’anno 2100 ad un aumento di 2 gradi centigradi rispetto all'era preindustriale (attualmente definito a 1,3 gradi) consentirebbe di mantenere il 20 per cento del volume di ghiaccio presente oggi sulle Alpi, mentre livelli di crescita maggiori delle temperature condurrebbero alla sparizione totale delle superfici glacializzate nelle aree alpine.

Il secondo scenario avrebbe gravi ripercussioni in ambito economico, ambientale e sociale. Gli effetti del riscaldamento globale si manifestano nella fusione di grandi masse di ghiaccio, e innescano processi che influenzano equilibri ambientali e idrogeologici. I ghiacciai rivestono un ruolo fondamentale nella regolazione del clima a livello planetario, nel ciclo dell'acqua, e nella disponibilità di risorse idriche per miliardi di persone, dato che assieme alle superfici nivali contengono il 70 per cento delle riserve di acqua potabile del pianeta.

«I ghiacciai sono essenziali per la vita» è il primo dei temi richiamati dalle Nazioni Unite, a sottolineare il ruolo decisivo per la vita di uomini, animali e piante. E il passaggio dalla scala planetaria a quella locale trova immediato paragone sul territorio della provincia di Brescia, dove il deflusso delle acque di fusione dei ghiacciai consente di disporre di acqua ad uso potabile, agricolo, per le attività industriali, e per la produzione di energia senza emissione di gas climalteranti.

Va inoltre ricordato che le modifiche in corso sulla criosfera influiscono sull’innesco, frequenza e distribuzione di eventi calamitosi di carattere idrogeologico, e sottopongono a rischi maggiori chi frequenta la montagna e le popolazioni a valle.

Un significato ulteriore delle aree glaciali riguarda la loro funzione di custodia di elementi che svelano le caratteristiche dei climi e degli ambienti del passato, come evidenziano le analisi fisiche e chimiche sulle carote di ghiaccio estratte a grande profondità sull’Adamello.

La riduzione dei gas climalteranti per favorire il mantenimento delle masse glaciali è quindi essenziale, e ciascuno è chiamato a contribuire mediante comportamenti individuali appropriati.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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