Outdoor

Monte di Tignale: il sogno di Stenghel diventa realtà

Ruggero Bontempi
Gli alpinisti Mirko Corn e Roberto Sisamòn tracciano una nuova via in parete e la chiamano «Sten’s dream»
In fase di salita con Campione in basso - © www.giornaledibrescia.it
In fase di salita con Campione in basso - © www.giornaledibrescia.it
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C’è un Garda sontuoso e placido nella sua dimensione orizzontale di lago. E poi c’è un Garda verticale, quello delle falesie che caratterizzano il paesaggio a nord di Gargnano, spettacolare profilo regalo delle glaciazioni quaternarie.

Entrambe le prospettive, quella orizzontale e quella verticale, mettono a disposizione un terreno d’azione che rende la zona del Benaco uno dei contesti più apprezzati d’Europa per la pratica delle discipline sportive che si svolgono a contatto con la natura, da quelle d’acqua a quelle che portano a divertirsi lungo sentieri, strade forestali, foreste, spazi di cielo, canyon, grotte e pareti di roccia.

In anni recenti, proprio queste ultime, sono state al centro di progetti di pulizia, chiodatura e valorizzazione. Di spazi per disegnare nuove vie di arrampicata, tuttavia, ce ne sono ancora, basta guadare con occhi attenti, come dimostra la storia di una recente bella e difficile salita alpinistica.

La via

Il terreno d’azione è stato quello della parete del monte di Tignale, dove si è mossa una cordata composta da Mirko Corn e dallo spagnolo Roberto Sisamòn. Corn è una guida alpina del Trentino, e la parete sotto Prabione, a picco sulla zona a sud di Campione del Garda, sopra la quale transita il percorso del trekking della Bassa via del Garda, richiama a lui quella più famosa dei Colodri sopra Arco nella Valle del Sarca.

«L’idea di aprire una nuova via su questo poderoso muro di roccia a picco sul lago è nata osservando un settore che non è mai stato salito prima da nessuno», ci racconta.

«Sulla parete sono presenti due vie del compianto Giuliano Stenghel che ho ripetuto negli anni scorsi. Con Roberto abbiamo intuito una linea vergine a disposizione che parte cento metri a destra della sua via dedicata a Marylin Monroe, aperta nel 1982, che abbiamo percorso seguendo una linea logica composta da una successione di diedri e di fessure per unirci a quella di Stenghel nelle quattro lunghezze finali».

«Sten», com’era soprannominato, era stimato anche per il suo profilo umano e caritatevole. È deceduto quattro anni fa mentre stava scalando sull’isola di Tavolara, sulla costa nord-orientale della Sardegna, ed era conosciuto per la sua capacità di muoversi con maestria su terreno friabile.

«Effettivamente - racconta ancora Corn - la qualità della roccia sul monte di Tignale non è delle migliori. Abbiamo dovuto scalare con delicatezza, in modo sempre prudente e con una certa tensione mentale addosso, e senza fare uso del trapano. Nel corso della nostra lenta progressione abbiamo dovuto effettuare anche un bivacco in parete. Quella che è risultata è una salita per cordate preparate a muoversi su terreni avventurosi».

Il nuovo itinerario si sviluppa per sette lunghezze di corda, per un totale di 250 metri e difficoltà spesso superiori al settimo grado.

«Abbiamo voluto chiamare questa via "Sten’s dream" - conclude Corn - perché Stenghel è stato il primo ad affrontare questa parete e le sue salite sono tuttora per noi motivo di ispirazione».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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