L’«iron man» della ricerca su e giù dalla Trentapassi

Daniele Piacentini
Stefano Delbarba, 50enne operaio metalmeccanico di Adro, tra giovedì e la tarda mattinata di sabato, è salito - e sceso - per ben trenta volte dal rilievo montuoso tra lago d’Iseo e Valle Camonica
Stefano Delbarba in cima alla Corna Trentapassi - © www.giornaledibrescia.it
Stefano Delbarba in cima alla Corna Trentapassi - © www.giornaledibrescia.it
AA

Quarantacinque ore e 27 minuti, 150 chilometri di distanza e quasi 15 chilometri (14.225 metri, per l’esattezza) di dislivello. Sono i numeri da brivido di Stefano Delbarba, 50enne operaio metalmeccanico di Adro che, tra giovedì e la tarda mattinata di sabato, è salito - e sceso - per ben trenta volte dalla Corna Trentapassi, il rilievo montuoso che si erge tra lago d’Iseo e Valle Camonica.

Sostegno alla ricerca 

L’iron man franciacortino, non nuovo a imprese del genere, stavolta ha scelto di correre per amore. Durante tutta la tre giorni, attraverso social e il tam tam di amici e appassionati, sono infatti stati raccolti fondi per sostenere la ricerca scientifica rivolta ai più piccoli. Due le associazioni coinvolte, entrambe dell’Ovest Bresciano: Angeli per la vita e Cistinosi. «Hanno donato davvero in tanti - dice Delbarba, appena abbracciati amici e familiari che lo hanno seguito passo passo dal campo base di Zone - e non posso che ringraziare tutti: i volontari delle associazioni, il fisioterapista Paolo Mazza perché se riesco a fare certe cose è gran parte merito suo, la ditta per cui lavoro (la Cobresa di Corte Franca, ndr) per la sensibilità che sempre dimostra, anche solo con le ferie... e un pochino anche a me stesso, per non mollare mai».

La raccolta

Il conto complessivo delle donazioni sarà comunicato a maggio: fino al termine del mese di aprile andrà avanti la raccolta fondi, con le pagine social delle due associazioni, sia tramite Iban sia attraverso le magliette celebrative dell’evento. Intanto Delbarba ha fatto il suo, riuscendo anche abbastanza agevolmente nell’impresa, sociale e sportiva: «Non è mai semplice su queste distanze fare previsioni, posso dire che è andata bene, sono anche riuscito a dormire qualche ora sui sedili dell’auto che avevamo preparato alla partenza. È stato un ottimo test in vista del prossimo obiettivo. A fine agosto sarò in Svizzera per la Swisspeaks», un’altra gara da brividi: 600 chilometri di distanza e 50 di dislivello. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@I bresciani siamo noi

Brescia la forte, Brescia la ferrea: volti, persone e storie nella Leonessa d’Italia.