Libano, bellezza di paesaggi crocevia di storia e religioni

Dal nostro inviato
Adalberto Migliorati
BEYRUT«All'interno della programmazione 2010 siamo lieti di riproporre il Libano tra le mete della Terra di Dio. Un itinerario di 7 giorni in aereo che ha in programma, oltre a Beyrut, la visita di patrimoni dell'umanità quali Byblos, la più antica città abitata senza discontinuità esistente al mondo; Baalbeck, uno dei più grandi siti storici che racchiude un complesso di templi grandiosi e perfettamente conservati; Tiro, la città celebre per la perfetta comunione fra il commercio e il mare; Sidone, nella splendida cornice naturale delle piantagioni di arance e limoni; Anjar, collegata alla dinastia ommayade che ne fece uno tra i più importanti centri di villeggiatura estiva e di caccia.
«Non mancano inoltre le mete classiche di pellegrinaggio come il Santuario della Madonna di Harissa, la Valle Santa con la biblica località detta i Cedri e la casa natale del poeta e mistico Gibran» annuncia il presidente Brevivet Giovanni Sesana in occasione dell'annuale convention internazionale dell'operatore turistico - con sede principale a Brescia, in via Monti, 29, tel. 030.2895311 - tenutasi proprio a Beyrut.
In sintesi per Sesana «quello del Libano è un itinerario perfettamente armonizzato in ognuna delle sue componenti, che vanno dai luoghi della fede a quelli di interesse storico e archeologico, dalla città metropolitica di Beyrut ai paesaggi sconfinati dalle vedute mozzafiato della costa e dell'entroterra».
Fede e cultura
«Vediamo crescere intorno al viaggiare una forte domanda di religiosità. Per questo vi sono operatori che improvvisano viaggi a vocazione turistico religiosa, talvolta prospettandola anche come occasione di pellegrinaggio. Noi offriamo la garanzia di una storia fin dalle origini vocata a dare un contributo alla ricerca del senso della vita andando nei luoghi dove la fede si è manifestata nelle forme più intense. Per restare in questa area geografica il Libano si inserisce in un percorso che già prevede Terra Santa, Giordania, Turchia, Siria, Cipro, Malta, Egitto, Tunisia... E ci muoviamo in contesti che garantiscono la sicurezza» aggiunge il direttore generale Riccardo Bertoli nell'intervento introduttivo alla convention.
Sul tema della sicurezza è esplicito anche il nunzio apostolico mons. Gabriele Caccia che riceve i partecipanti in nunziatura e partecipa ai lavori del convegno: «Il Libano, per i turisti, è una delle realtà più sicure. In questa porzione di Terra Santa citata dalle Sacre Scritture, dove Gesù sostò e San Paolo transitò, vi è una ricchezza umana che merita di essere meglio conosciuta».
Fra l'altro, come sottolinea l'ambasciatore italiano Gabriele Checchia e come sperimentiamo di persona, l'Italia è considerato un Paese amico dai libanesi che intrattengono con noi intensi scambi commerciali - siamo il secondo partner commerciale dopo la Cina -, godono di tutta una serie di aiuti in campo socio-sanitario ed educativo e considerano la presenza militare italiana un sostegno alla loro indipendenza.
I cristiani del Libano
Mons. Paul Dahdah, vicario apostolico, aiuta a capire un aspetto che rende il Libano diverso: «Se il Libano è stato spesso assimilato alla sua componente cristiana, è perché è in gran parte opera dei cristiani. Non solo, è stato creato per loro e non avrebbe nessuna ragione di esistere se fosse amministrato sullo stesso modello degli altri Paesi arabi. Il Libano, per motivi geografici, ha costituito lungo la storia un rifugio per i cristiani del Medio Oriente. I musulmani sono ormai maggioritari e la sola questione che si pone è quella di sapere in quale porzione. Con gli accordi di Taef del 1989 i poteri del Presidente della Repubblica cristiano sono passati al Primo Ministro. Il Parlamento è formato da 128 deputati, metà cristiani e metà musulmani. Siccome la politica cambia continuamente secondo criteri che noi uomini mortali e normali non possiamo capire, ci troviamo oggi davanti a due coalizioni: una sunnita-cristiana, l'altra sciita-cristiana. In politica non esistono amicizie durature e neanche inimicizie durature. Di politici che guardano alle prossime elezioni ne abbiamo tanti ma, come diceva l'italiano De Gasperi, di uomini di stato che guardano alle prossime generazioni ne abbiamo pochissimi».
Cucina e spettacoli
La cucina libanese è ricca, anche se i «mezzé», gli innumerevoli piattini che aprono i pasti, alla lunga esulano dai nostri palati. Ai libanesi piace la musica, lo spettacolo, il divertimento e assecondando lo spirito di convivialità tendono a coinvolgere le persone che considerano loro ospiti.
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