L’apinista Luca Ducoli volerà in Patagonia per il «Cai Eagle Team»
Dal granito dell’Adamello a quello della Patagonia, per un sogno che si realizza. L’alpinista camuno Luca Ducoli è stato selezionato diciotto mesi fa dal Cai e dal Club Alpino Accademico Italiano per partecipare al progetto «Cai Eagle Team». L’iniziativa ha permesso a 15 giovani talentuosi scalatori, individuati su tutto il territorio nazionale e dei quali ha fatto parte anche il camuno Daniele Lo Russo, di cimentarsi in salite alpinistiche su terreni diversi lungo significative pareti di tutto l’arco alpino e delle Dolomiti, accompagnati da tutor di eccellenza.
A conclusione di questo periodo, un’ulteriore selezione finale, complicata per il livello di preparazione molto alto raggiunto da tutti i partecipanti, ha permesso di individuare 6 giovani leve alle quali è stato proposto di partire il 30 gennaio 2025 per affrontare le superbe pareti delle montagne patagoniche.
Luca Ducoli, classe 2001 di Breno, rientra nel gruppo dei 6 alpinisti, 4 ragazzi e 2 ragazze, che si appresta a vivere un’intensa spedizione che porterà ad accrescere ulteriormente il loro livello. «Le settimane di formazione sono volate», racconta Luca, carico di entusiasmo, «in totale sono stati 42 giorni di salite e di condivisione straordinari trascorsi con uno splendido gruppo, a fare quello che ci piace, che consiste principalmente nel divertirci tra le montagne».
Quali esperienze le hanno dato particolare soddisfazione?
«La più entusiasmante riguarda il periodo trascorso sulle Dolomiti, dove assieme a Erica Bonalda ho ripetuto due delle salite che hanno fatto la storia della parete sud della Marmolada, "Specchio di Sara" e "Tempi moderni"».
Il percorso formativo vi ha condotto anche sul ghiaccio...
«Sì. Abbiamo trascorso appositamente un periodo in Svizzera con base operativa a Kandersteg. Nella Mecca europea per questo terreno di salite tuttavia abbiamo trovato temperature insolitamente alte, che hanno impedito la formazione di numerose cascate e presentato condizioni pericolose per le altre. Ci siamo quindi dovuti spostare in Francia fino a Chamonix. Qui fortunatamente le temperature più fredde e le ottime condizioni hanno permesso la formazione di varie linee. Sono riuscito sul Grands Charmoz, nel massiccio del Monte Bianco, a salire la difficile Birthright, una linea aperta dal celebre alpinista americano Marc Twight nel 1993 che l’ultima volta si era formata dieci anni fa».
Come ha reagito alla comunicazione che il tuo nome era tra i pochi selezionati?
«Sono onorato di essere stato scelto. Tutti i ragazzi con i quali ho condiviso questo percorso avrebbero meritato di andare in Patagonia, e doverne scegliere solo 6 non dev’essere stato facile. Credo che la motivazione per la mia scelta sia stata favorita dalla mia polivalenza, dato che mi piace affrontare scalate in ambienti diversi».
Patagonia dreaming con partenza da Breno. Altro granito, nuove pareti, altre avventure.
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