La valle di Mello è protetta dal leggendario Gigiàt
È una delle tre valli laterali della Val Masino, a sua volta laterale della bassa Valtellina attraversata dal fiume Adda in provincia di Sondrio. La valle di Mello è uno scrigno di straordinaria bellezza, accentuato in queste settimane dai colori del bosco in versione autunnale. L’istituzione di una Riserva Naturale a sua tutela nel 2009, da parte di Regione Lombardia, ha contribuito a conservare le qualità paesaggistiche di un contesto che accoglie piccoli nuclei di baite e prati distesi ai margini del limpidissimo torrente Mello.
Accanto alle sue acque si distribuiscono centinaia di massi che configurano questa zona come una delle più apprezzate a livello europeo per la pratica del bouldering, mentre le pareti circostanti di solido granito sono da quasi mezzo secolo terreno d’azione per la pratica di un’arrampicata di stile delicato e avventuroso su placche compatte e talvolta improteggibili, che richiedono una progressione creativa e mentalmente impegnativa. Lo Scoglio delle Metamorfosi, la Mongolfiera, le placche di Patabang e il Precipizio degli Asteriodi sono solo alcune delle strutture che regalano ancora oggi agli arrampicatori opportunità di azione su via ambite e temute.
Il percorso
Si può avviare la conoscenza della Valle di Mello percorrendo a piedi un itinerario di fondovalle che parte dal campo sportivo di San Martino, e si sviluppa nel primo tratto su sentiero sulla destra del torrente. Tra massi e porzioni di bosco si sale fino al ponte che porta a scavalcare il corso d’acqua vicino al campeggio, e da qui si procede in direzione nord-est sulla stradina lastricata di fondovalle in un tripudio di pareti che, sul versante a nord, si innalzano ai piedi delle valli Qualido e di Zocca.
La camminata avanza oltre la celebre pozza del «bidet della contessa» e raggiunge il nucleo di baite della Rasica dove l’escursione termina, facendo rientro sullo stesso percorso dell’andata. Non una foglia dovrà essere toccata di questo santuario della natura. Gli incauti trasgressori sappiano che vigila su di loro la leggendaria figura del Gigiàt, corpo di cervo e corna da stambecco, «buono con lo homo che la natura rispetta, mala sorte a chi lo trovasse non rispettoso».
Scheda tecnica
Partenza: San Martino in Val Masino, campo sportivo, metri 912
Arrivo: baite di Rasica, metri 1148
Dislivello: metri 236
Tempo di percorrenza: 1h 30’ (solo andata)
Difficoltà: E (escursionistico)
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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