Outdoor

In Pakistan con la bici: come sta andando l’avventura di Ettore Campana

Ruggero Bontempi
Dopo una notte trascorsa in caserma per via dei rigidi controlli della polizia locale, il bresciano ha salito la prima vetta del progetto
L'accesso alla Karakorum Highway - © www.giornaledibrescia.it
L'accesso alla Karakorum Highway - © www.giornaledibrescia.it
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Arrivano le prime informazioni dalla Karakorum Highway, lungo la quale si sta muovendo il bresciano Ettore Campana per vivere la sua nuova avventura in bicicletta, iniziata da una settimana nelle terre del Pakistan.

L’incontro

L'incontro casuale con il ciclista pakistano Imran - © www.giornaledibrescia.it
L'incontro casuale con il ciclista pakistano Imran - © www.giornaledibrescia.it

L’avvio di questo progetto ciclistico e alpinistico ha riservato il gradito incontro con un altro cicloturista pakistano, con il quale Ettore ha potuto condividere i primi chilometri di strada con partenza dalla città di Islamabad, capitale dello stato.

A questo inatteso e positivo fattore umano si è aggiunta la complessità dei rigidi controlli da parte della polizia pakistana, che ha generato momenti di tensione. Non è bastata la spiegazione della motivazione del viaggio, e nemmeno la sagoma pacifica di una bicicletta per rassicurare le zelanti forze dell’ordine, che hanno costretti i due ciclisti a trasferirsi scortati dal posto di blocco per trascorrere una notte in caserma in attesa di condurre verifiche.

Ettore è stato costretto a trascorrere una notte in caserma - © www.giornaledibrescia.it
Ettore è stato costretto a trascorrere una notte in caserma - © www.giornaledibrescia.it

Oltre l’ostacolo

Ho voluto la bicicletta? Pedalo. Indomito, e motivato dal solito spirito che ha caratterizzato le sue precedenti avventure cicloalpinistiche in Europa e nel mondo, Ettore ha superato anche questo ostacolo ed è quindi ripartito per attraversare le strade fortemente trafficate della città da un milione di abitanti.

Dopo alcuni giorni ha superato il Babusar Pass (4190 metri) e, cambiando assetto, ha lasciato la bicicletta e ha salito la prima vetta del progetto, una cima senza nome di 4460 metri dalla quale ha potuto ammirare il Nanga Parbat, uno dei 14 ottomila della terra.

Un problema all'impianto frenante rende più incerta la prosecuzione dei prossimi giorni, dato che dovrà procedere in autonomia alla sistemazione in mancanza di assistenza.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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