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Il pericolo corre sui ghiacciai: meglio conoscerli

Ruggero Bontempi
Un nuovo studio analizza nel dettaglio i rischi collegati al riscaldamento globale, alle conformazioni glaciali e al permafrost sulle nostre aree montane
Valanga sopra il lago d'Arpy, tre scialpinisti in ospedale
Valanga sopra il lago d'Arpy, tre scialpinisti in ospedale
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Il Dipartimento della Protezione Civile e il Consiglio Nazionale delle Ricerche hanno divulgato uno studio dedicato alla «Valutazione della pericolosità associata a ghiacciai e permafrost in aree montane».

Il documento di orientamento tecnico offre numerosi spunti di interesse per affrontare i pericoli che sono direttamente condizionati o innescati dagli attuali cambiamenti che stanno subendo i ghiacciai e il permafrost, definito come suolo che rimane costantemente a temperature inferiori a zero gradi centigradi.

Le aree interessate

Si tratta di espressioni morfologiche e geologiche ricorrenti anche nei contesti delle montagne della catena alpina in generale e del gruppo dell’Adamello in particolare, rispetto alle quali sarà necessario sviluppare studi e approfondimenti orientati alla ricerca scientifica e anche alla protezione civile, in relazione alle minacce localizzate che possono rappresentare.

E proprio il gruppo dell’Adamello, al centro della catena alpina, si pone come interessante contesto geografico per sperimentare connessioni tra processi meteorologici, criosferici, geologici, geomorfologici e idrologici, temi in parte già affrontati mediante le ricerche condotte dal progetto Climada, che ha indagato sul passato e sul futuro del ghiacciaio più grande d’Italia.

Gli effetti del riscaldamento globale

Nel contesto odierno, negli ambienti di alta montagna glacializzati la sfida più rilevante per anticipare e valutare i pericoli derivanti dai ghiacciai e dal permafrost è la modifica del paradigma indotta dagli effetti del perdurante riscaldamento globale. Molti processi si sommano gli uni gli altri a creare condizioni che vanno ben oltre i precedenti storici. In molti luoghi le future condizioni ambientali saranno significativamente diverse da quelle attuali e da quelle del passato, pertanto l’importanza dei catasti che raccolgono gli eventi storici sarà molto limitata.

Si renderà quindi necessario adottare approcci sistemici orientati al futuro e valutare anche la possibilità di utilizzo dell’intelligenza artificiale.

Si opererà in un contesto di grandi incertezze, dato che le singole componenti di questo complesso sistema rispondono in modo molto differenziato ai cambiamenti climatici in atto. Alle medie latitudini le aree glaciali si trasformeranno in aree con permafrost in lenta degradazione, si formeranno numerosi nuovi laghi e ci saranno pronunciate condizioni di disequilibrio per la copertura vegetale e la stabilità dei versanti.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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