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Francoforte: cultura, shopping e finanza

Proiettata al futuro che affianca gli edifici medioevali e i grattacieli delle banche
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Francoforte, anni Ottanta. Gli architetti e il Comune fanno un patto. I primi accettano di ricostruire la quinta nord del Römerberg, la piazza principale della città, distrutta durante la guerra, in cambio potranno sbizzarrirsi nella vicina Saalgasse. Il risultato è davvero niente male. Il rifacimento delle case a graticcio dov’era un malinconico parcheggio ha restituito al cuore cittadino il suggestivo aspetto medioevale, mentre nella via dietro il Duomo si profila una sfilza di originali edifici residenziali postmoderni. Intorno al Römerberg è tuttora un alzarsi di gru nei cartieri aperti per ricostruire il museo storico e l’antico quartiere medioevale, anch’essi distrutti dalle bombe alleate. Verso ovest, invece, dietro il Römer a tre frontoni, edificio simbolo della città, svettano i grattacieli del quartiere delle banche.

Francoforte ovvero la città dei contrasti, della finanza, della cultura e del commercio. Delle torri e dei locali tipici, dei musei e dei negozi nella grande isola pedonale, la Zeil, sovrastata dall’architettura vetro e ferro del MyZeil disegnato da Fuksas. Architettura, arte, gastronomia, shopping. La prima si ammira ovunque in questa città di 700mila abitanti, con il centro raccolto attorno alle antiche mura trasformate in giardini da Napoleone e lungo il fiume Meno, scenario di ville otto-novecentesche e di grattacieli datati o in costruzione (come la nuova sede della Bce: notevole). L’arte, nelle sue declinazioni, è custodita nei ventisei musei distribuiti sul lungofiume o nei pressi: è la Museumsufer, la Riva dei musei. Il maggiore è lo Städel Museum, che espone settecento anni di storia della pittura europea. È una delle più belle collezioni di tutta la Germania, aperta al pubblico nel 1875, la prima ad esporre opere di Van Gogh, Gaugain, Matisse quand’erano semisconosciuti. Lo Städel è una tappa obbligata di un soggiorno a Francoforte: Raffaello, Cranach, Dürer, Botticelli, Moretto (Madonna con Bambino e i quattro padri della Chiesa), Rembrandt, Vermeer, Tiepolo, Tintoretto, Monet, Picasso, Kirchner, Beckmann, Giacometti, Renoir, Manzoni, Fontana... Della raccolta originale mancano molti pezzi: l’arte «degenerata» che il nazismo fece vendere all’estero.

Ma nella Museumsufer (a proposito, il sabato ospita un simpatico mercatino delle pulci) si susseguono anche le esposizioni sul cinema e sull’architettura tedesca, il museo della comunicazione (dai postiglioni alla tv), quello della scultura antica. Francoforte è la patria di Goethe. Irrinunciabile, dunque, una visita alla casa dove il Poeta visse ventisei anni, in Gro ß er Hirschgraben. Dopo la guerra, insieme allo Städel, fu uno dei primi monumenti ad essere ricostruito per segnare la rinascita. Del Poeta c’è poco, ma sono suggestivi il luogo e l’allestimento, una casa borghese di fine ’700-primi ’800.

Non solo cultura. La Zeil è l’isola commerciale con il maggiore fatturato della Germania. È il passeggio dei francofortesi, una formicolante ramblas pedonale con panchine e platani, artisti di strada e spettacoli lungo una teoria di griffe, boutique, negozi e centri commerciali di qualità. Stupisce la compattezza urbanistica della città. Pochi minuti dalla Zeil e si raggiugono il Duomo oppure la Main Tower dove si può ammirare un panorama mozzafiato su Francoforte. La Cattedrale, un gotico di stile semplice, è importante nella storia della Germania e d’Europa: qui, per secoli, furono eletti e incoronati gli imperatori del Sacro Romano Impero. Il campanile fa da contraltare ai grattacieli che svettano di fronte, a venti minuti di camminata. Simboleggiano il potere economico e finanziario della Germania. Dai duecento metri di altezza della Main Tower (ospita una banca, ma la salita è pubblica) la città appare nella sua miscela urbanistica, che non disturba. Tutt’altro. Passato, presente e futuro sembrano fondersi in un assolo armonico. Non esente da polemiche, in verità: ad esempio il rifacimento di alcuni edifici o quartieri. La differenza, rispetto all’Italia, è che - esaurite discussioni e fatta la scelta - si procede celermente. Ricostruire, sostituire, abbattere grigi edifici anni Cinquanta o Settanta per far spazio alla modernità: Francoforte non smette di curare l’aspetto. Alla capitale finanziaria della Germania piace cambiare l’abito.

Enrico Mirani

Francoforte è agevolmente raggiungibile in areo con voli Air Dolomiti, gruppo Lufthansa, dal Catullo di Verona. Il viaggio dura un’ora e 25 minuti. Da Verona ci sono tre voli giornalieri (a partire da 165,90 euro) alle 6,30, alle 10,30 e alle 18,50.

DOVE DORMIRE

Si può scegliere «The Westin Grand», in Konrad Adenauer Stra

sse numero 7, in pieno centro, vicino all’isola pedonale commerciale (www.westingrandfrankfurt.com).

I SITI

Per orientarsi si può consultare: www.frankfurt-tourismus.de; www.goethehaus-frankfurt.de; www.frankfurt.de; www.museumsufer-frankfurt.de

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